Alla fine sembra che sia elevata all’agognato rango di ministro del turismo, la rossa Michela Vittoria Brambilla, esperta in tecnica d’accavallamento con autoreggente. Il Carroccio - in ogni modo - non è convinto della necessità di innalzare a rango di ministero una competenza che è stata declassata perfino da un referendum popolare. Competenze, ha più volte ripetuto Umberto Bossi negli ultimi tempi, che «tra le altre cose sono di competenza regionale e non certo dello Stato centrale». Insomma, dopo il via libera del Senato al federalismo fiscale sarebbe davvero «inopportuno» dare vita al ministero del Turismo. Ma oltre alla perplessità della Lega è scoppiato pure un caso politico-diplomatico. Perchè, come da Costituzione, la nomina dei ministri spetta al presidente della Repubblica su indicazione di quello del Consiglio. Non a caso, a cercare di coprire lo strappo causato dalla diffusione della notizia, è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Notoriamente poco avvezzo a dichiarazioni pubbliche, Letta questa volta ha approfittato di un incontro a Palazzo Chigi con il Niaf per assicurare non solo che Berlusconi durante la riunione dell’Esecutivo non ha fatto nessun nome, ma anche che il presidente del Consiglio chiederà un incontro al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, «per parlare con lui della struttura di Governo: ministri e viceministri».
Le veline e l'evoluzione della specie (im)politica
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