Dalle donne del partito durissimo attacco: «Si è fatto piegare dai diktat dei capibastone». Giallo sulla lista Nicolais
Malumori e malesseri erano nell’aria da lunedì pomeriggio. Quando nelle sede del Pd si sono incontrati il commissario Morando e una delegazione «rosa»: l’assessore Giovanna Martano e le parlamentari Teresa Armato, Maria Fortuna Incostante e Annamaria Carloni. Per discutere di candidature. Ma l’incontro è durato poco perché le proposte avanzate al senatore piemontese sono state stoppate: via uscenti e, cosa peggiore in un partito dove le tensioni tra le due anime sono all’ordine del giorno, nessuna donne della Margherita nella lista dei democrat. Un’amarezza sfociata ieri in una lettera durissima contro Enrico Morando. «Poche donne e, il più delle volte, in posizioni scomode, a segnalare una mancanza di impegno nel dare esecuzione concreta ad un principio, sulla carta, condiviso», scrivono ieri pomeriggio Giovanna Martano, Angela Cortese, Valeria Valente, Maria Fortuna Incostante, Teresa Armato, Annamaria Carloni e Luisa Bossa che lamentano anche come siano state «tenute all’oscuro sui criteri e sui nomi» nella lista di Nicolais. Un passaggio, quest’ultimo, che risolverebbe anche un giallo saltato fuori ieri mattina quando, in fretta e furia, è stata annullata la conferenza prevista per stamani alle 11 in cui l’ex ministro dell’Innovazione avrebbe dovuto presentare la sua lista. Probabile, quindi, che Nicolais, nelle prossime ore, tenti, su pressione di Morando, di recuperare i nomi avanzati dalle politiche democrat. A cominciare dal consigliere uscente Marianna Fragna per il collegio di Fuorigrotta fatta fuori per far posto ad un uomo (ma della stessa corrente) e da Sonia Fusco a Chiaia e Susy Tartaglione al Vomero. La rabbia contro il commissario comunque è molta. «Le scelte compiute sui candidati e le modalità adottate da Morando sono in aperto contrasto con le norme statutarie relative ad una partecipazione paritaria di donne e uomini e con i più elementari principi di democrazia e trasparenza. Stigmatizziamo ancora una volta - scrivono nella lettera - un’agghiacciante impermeabilità del gruppo dirigente del Pd ad una tra le più importanti e significative istanze di rinnovamento». Parole dure, quelle messe nero su bianco, anche se qualcuna delle interessate, in via informale e anonima, circostanzia le accuse con toni ancora più duri: «Alla fine ha vinto la peggiore politica: il commissario si è fatto piegare da scelte e diktat dei vari capicorrente». Intanto, ieri sera alla Mostra d’Oltremare, l’assessore regionale Andrea Cozzolino ha aperto la campagna elettorale per la sua candidatura alle Europee. In sala una platea quasi tutta bassoliniana (ma senza il governatore campano) e con le presenze, in prima fila, di Antonio Valiante, del sindaco Iervolino e del suo vice Tino Santangelo. «Ho accettato questa candidatura per portare più Sud in Europa, la mia è stata anzitutto una scelta politica» ha spiegato Cozzolino. Nessun accenno sulle polemiche per le mancate dimissioni ma solo un passaggio che sembra riferito all’indagine casertana che l’ha coinvolto: «Io sono tranquillo e a differenza di altri posso mettere la mia faccia sui manifesti». (Adolfo Pappalardo il Mattino)
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