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martedì 2 giugno 2009

Luci e crepe del piano casa licenziato dalla Regione

È un vero peccato che le forme dell' urbanistica regionale a guida centrosinistra abbiano assunto, col tempo, le forme poco rassicuranti delle cose fatte male, con malcelati doppi fondi, o della confusione burocratico normativa utile, in genere, unicamente agli speculatori. Gli effetti di queste politiche dilettantesche e contestualmente pericolose per il paesaggio, che fanno affidamento sull' inesattezza di termini inappropriati, di vincoli costruiti sul nulla e finte tutele, che un qualsiasi leguleio demolisce in cinque minuti, sono a tutto vantaggio dello speculatore di turno. Di questa lenta costruzione di un sistema di politiche urbanistiche tendenzialmente punitive verso i territori, e soprattutto verso quelli di pregio, ne sono esempi plateali la Legge Regionale 19/2001, che sta smembrando la Penisola Sorrentina con gli sventramenti dei parcheggi interrati, o i milioni di euro buttati via per rilievi satellitari, finora utilizzati, per demolire poche decine di fabbricati abusivi nell' hinterland, o, ancora, la nebulosa dei finanziamenti europei, utilizzati per opere spesso inutili e in deroga ai piani urbanistici per inseguire uno sviluppo che, nello sgretolarsi, sta lasciando i primi residui e ruderi urbani esito di operazioni e investimenti sbagliati che, ovviamente, non hanno responsabili. ungo questo percorso si sta situando anche il cosiddetto piano-casa della Regione. Pur muovendosi all' interno del condivisibile obiettivo di una soluzione strutturale al problema casa, il disegno di legge manifesta molte di quelle crepe che nemmeno il testo definitivo, prevedibilmente, ricucirà. Innanzitutto, al di là di questioni nominali o di dettaglio, i principi regionali ricalcano quelli, a suo tempo criticati, del governo. L' aumento delle volumetrie del 20 per cento, ad esempio, è previsto per gli edifici "non superiori a 1000 metri cubi (villette mono e bi familiari)". La genericità di questa locuzioneè sorprendente. Il bravo tecnico provvederà a frazionamenti, limature, sottrazioni di volumi, cambi di residenza per quelle "tri familiari", e via inventando. Ancora, si potranno ampliare fino al 35 per cento gli "edifici abbattuti e ricostruiti secondo le norme più avanzate". Anche qui si lascia allo speculatore il proficuo compito dell' interpretazione. Oggetti edilizi come Palazzo Ottieri a Piazza Mercato potranno usufruire di questa norma, così come superficialmente sembra? Forse no, ma le maglie paiono sufficientemente larghe. Un altro passaggio riguarda i fabbricati industriali: "Sono ammessi interventi edilizi in aree urbane degradate, ad esempio aree industriali dimesse, con cambiamenti di destinazione d' uso, senza aumenti delle volumetrie, per trasformarli in edilizia abitativa". È noto che il decreto proposto dal governo nasceva da una bozza della Regione Veneto che aveva come scopo principale l' intento del riutilizzo dell' enorme stock di capannoni industriali in dismissione. Quello che nel Veneto potrebbe configurarsi come un improprio aumento del carico urbanistico di pezzi di città diffusa già problematici, qui da noi viene copiato surrettiziamente e ha il sapore di semplice regalo a chi il capannone lo ha dismesso, ma anche a chi si affretterà a comprarlo o ad apparecchiarne uno fittizio. Il coinvolgimento degli Iacp nel piano casa appare, invece, uno dei punti qualificanti il disegno di legge. Così come appare positiva l' istituzione del "Fascicolo del Fabbricato", un vero e proprio "libretto di manutenzione" dell' edificio, il cui obbligo però è stato già oggetto di una sentenza negativa da parte della Corte costituzionale. Speriamo che questo secondo tentativo abbia un destino diverso. Insomma, diluire le buone intenzioni insite in questo piano casa con una dose elevata di inesattezze e imprecisioni, come già capitato in altri casi, evidenzia la poca qualità del legislatore regionale, e può contribuire, ancora una volta, a trasformare questa proposta in un piatto troppo ricco per speculatori e abusivisti di diverso conio. (Giuseppe Guida)

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