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venerdì 5 giugno 2009

Una piscina abusiva nella villa di Murat

Massa Lubrense - Una piscina interrata di circa 30 metri quadrati è stata sequestrata nel giardino di villa Murat, nel caratteristico borgo dell’Annunziata, un balcone naturale che si affaccia sull’isola di Capri. I sigilli alla struttura sono stati apposti dai carabinieri della stazione di Massa Lubrense, diretti dal maresciallo Giacomo Sammartano e coordinati dal capitano Massimo de Bari, comandante della compagnia di Sorrento, nell’ambito di un controllo nel sito di interesse storico-artistico, sottoposto a vincolo paesaggistico ed ambientale. La piscina è ubicata in un’area di pertinenza della villa, circondata da una pavimentazione in pietra arenaria, con annesso un locale per la gestione tecnica delle apparecchiature di controllo e clorazione dell’acqua. L’intera area è stata sottoposta a sequestro. Al vaglio degli inquirenti la posizione della proprietaria, una donna napoletana di 89 anni, e dell’affittuario di villa Murat, un imprenditore di 38 anni di Massa Lubrense, che avrebbe commissionato i lavori. La piscina sequestrata in origine era una vasca per la raccolta delle acque piovane destinate all’irrigazione del terreno che circonda l’immobile, acquistato dalla famiglia Rossi nel 1700 da un ufficiale del regio esercito napoletano e donato al re di Napoli Gioacchino Murat, cognato di Napoleone Bonaparte per seguire da Massa Lubrense la vittoriosa battaglia ingaggiata per sottrarre l’isola di Capri al governatorato inglese, impresa che non era riuscita al re Giuseppe Bonaparte. Nel salone della villa Gioacchino Murat il 17 ottobre 1808 ricevette la resa degli inglesi dalle mani dell’ammiraglio Hudson Lowe, futuro carceriere di Napoleone nell’isola di Sant’Elena nell’oceano Atlantico, dove morì il 5 maggio 1821. La stessa villa, nell’ottobre scorso, ha ospitato la principessa Caroline Murat, pianista di fama mondiale e discendente dell’ex re di Napoli, nel corso delle celebrazioni del Bicentenario della presa di Capri, organizzate tra Massa Lubrense e Anacapri. (Antonino Siniscalchi il Mattino)

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