«Paolo era vivo, si poteva salvare»
Sorrento - «Avevo freddo e sono scesa in coperta. Non ho visto cosa sia successo, ho sentito solo l'impatto. Per qualche attimo, sono anche rimasta incastrata lì sotto per lo sportellino che non si apriva. Poi, ho visto Paolo. Era in una pozza di sangue, io incastrata in cabina e la barca continuava a girare su se stessa come impazzita». Il drammatico racconto di Rosaria, la compagna di Paolo Branchizio, vittima della collisione avvenuta sulla rotta Sorrento-Capri. «Ho prima fatto il 113 - continua la donna - e mi hanno risposto che non erano cose di loro competenza. Infine, il numero verde della capitaneria di porto. Intanto, quel motoscafo girava, girava. Come impazzito e io non sapevo come fermarlo». Ormeggiatore, napoletano di Mergellina, Branchizio aveva appena festeggiato il 39esimo compleanno con la compagna in un ristorante di Marina del Cantone. Era su un Tornado 44 open e navigava verso Napoli, quando ha incrociato un Apreamare Smeraldo 38 open. Dai primi rilievi risulta che il gozzo abbia speronato alla fiancata destra il Tornado. Sul gozzo c’era Antonino Terminiello, assessore al Turismo del Comune di Sorrento, con la fidanzata. La collisione è avvenuta l’altra notte all’1,50 nelle acque che circondano lo scoglio del Vervece, a due miglia dal porticciolo di Marina della Lobra. «Era buio, non potevo valutare l’entità del danno alla mia barca che poteva affondare e per mettere al sicuro chi era con me, sono tornato indietro verso Sorrento», ha detto Terminiello. Chiuso nel «comprensibile dolore», dice l’avvocato Giuseppe Parascandolo che lo assiste, «ha spiegato agli inquirenti di aver fatto tutto quanto era nelle sue possibilità per allertare i soccorsi». Il legale spiega di non poter dire altro: «È in corso un’inchiesta della magistratura», ma aggiunge che «Terminiello ha anche analizzato i dettagli delle tragiche sequenze dell’impatto della sua imbarcazione con il Tornado in rotta verso Napoli». (Il Mattino.it)
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