I lavori di ristrutturazione della Reggia di Quisisana di Castellammare di Stabia, sono completati da tempo, ma il Governo ancora non autorizza l’apertura dell’Alta Scuola di Restauro. Scala lancia un appello “Scriviamo tutti al Ministro Bondi”
Regione Campania - “Abbiamo, tutti, invano sperato, che l’apertura di quest’anno accademico potesse vedere anche l’inaugurazione della scuola di restauro nella splendida Reggia di Quisisana. Ma così non è stato, e il silenzio assordante da parte del Governo non è foriero di buone notizie. La Reggia rischia davvero di diventare un’altra cattedrale nel deserto”. Queste le dichiarazioni di Tonino Scala, Capogruppo regionale de La Sinistra. “E’ il Governo che deve decidere, sia per la scuola di restauro sia per il museo archeologico. Questo perché, incomprensibilmente, nell’accordo di programma quadro con il ministero per i Beni culturali si è affidato alla Regione la gestione di numerosi siti campani di grande interesse archeologico e artistico, escludendo Palazzo Reale di Quisisana e gli Scavi di Stabiae. Penso, soprattutto oggi, che sia stato un grosso errore di valutazione da parte della Regione. Ma tant’è. Ora siamo nelle mani del Governo, e nonostante,, le lettere di denuncia al governatore della regione Campania, Antonio Bassolino, le interrogazioni regionali che il sottoscritto ha indirizzato all’allora assessore Velardi e i solleciti al ministro Bondi, non si muove nulla”. – Continua Scala – “Ricordo che stiamo parlando di una scuola di restauro, quindi di cultura e occupazione, in un territorio che ne ha estremo bisogno. Non dimentichiamo che l’area torrese-stabiese è attraversato da tempo da un crisi economica che sta mietendo molte vittime. Per questo il silenzio del Governo è ingiustificato e colpevole. Chissà se, l’attesa per ottenere l’ autorizzazione di un Casinò, sogno di Velardi, che optava per questa destinazione d’uso, sarebbe stata più breve!” – Commenta il consigliere –“E meno male che il tavolo di concertazione tra Comune, Regione Campania, Soprintendenza Archeologica di Pompei, Direzione Beni Culturali Regione Campania e Dipartimento per le Politiche di Sviluppo del Ministero dello Sviluppo Economico, individuò come funzione culturale importante per il palazzo reale di Quisisana l'allestimento del museo archeologico, da affiancare alla scuola di Alta Formazione per il Restauro. E per questo il Cipe decise di trasferire il finanziamento destinato a villa Gabola alla Reggia borbonica”. "Il palazzo reale di Quisisana, - spiega il rappresentate de La Sinistra - da tempo doveva essere un polo di attrazione regionale e nazionale. Sei anni di lavoro, 20 milioni di euro spesi per l’allestimento nel Palazzo Reale e per il recupero del giardino storico, rischiano di naufragare nel mare dell’inefficienza e della burocrazia” . “Tutto tace. Nessuna notizia sui fondi per i costi gestionali, nessuna decisione: niente di niente. E la Reggia resa ancora più bella dal fresco maquillage, rischia di rimanere un contenitore vuoto”. “E pensare che si fa un gran parlare - sottolinea Scala - sia a livello regionale che nazionale di interventi di valorizzazione dei bei culturali, di rilancio del territorio, di riqualificazione e di interventi atti a sviluppare cultura e turismo, e soprattutto, di politica “del fare”. Parole che, seguite da questi fatti, rimangono prive di ogni significato e che rendono il “fare” politica sempre meno credibile”. Tonino Scala conclude le sue dichiarazioni lanciando un appello:“Bisogna che da questa situazione d’impasse si esca al più presto. Per questo lancio un appello a tutti, intellettuali, politici di buon senso, società civile: facciamo arrivare tutti la nostra voce al Ministro affinché decida al più presto per l’apertura della Scuola di Alta Formazione nella Reggia di Quisisana. Per evitare la vanificazione del lavoro fin qui svolto, per evitare ulteriori sprechi, per difendere i beni culturali, per la tutela del patrimonio storico, per incentivare la cultura, per il rilancio del territorio, del turismo, dell’occupazione e per dare un senso al nostro “fare” politica sul territorio”.
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