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martedì 20 ottobre 2009

Castellammare di Stabia, espulsa la moglie del boss

La nuova questione morale sorta all’interno del Pd rischia di affossare definitivamente un partito che in Campania già naviga in acque difficili a riguardo del consenso popolare. Intanto, l’inchiesta va avanti. E su più livelli. È di ieri l’interrogatorio di Carlo Nastelli, per anni spalla a spalla con lo stesso Gino Tommasino. Già ascoltato nelle fasi immediatamente successive l’omicidio, Nastelli torna davanti a polizia giudiziaria, nell’indagine coordinata dall’aggiunto Rosario Cantelmo e dai pm Claudio Siragusa e Pierpaolo Filippelli. Chiaro il target degli inquirenti: capire quali sono le pressioni della camorra di Castellammare di Stabia in occasione della campagna di tesseramento del Pd. Qual era l’interesse? Indagano polizia e carabinieri e c’è già una visione chiara: i tesserati servono a rafforzare il potere territoriale del politico di turno, che può vantare voce in capitolo in materia di appalti e lavori pubblici, gestione di nomine e di ruoli dirigenziali. Da Repubblica Napoli, di oggi, l’espulsione della moglie del boss D’Alessandro, Carolina Mosca. È l´ultimo caso nel partito stabiese. La Mosca è stata allontanata dal partito lo stesso giorno in cui si decise la espulsione del giovane Catello Romano, il killer di Luigi Tommasino. Notizia non emersa perché la Mosca non era ancora assurta alle cronache. Ce l´ha portata un paio di giorni dopo l´ex assessore Annapaola Mormone, ricordando come ne avesse segnalato il caso a Enrico Morando, commissario del partito, addirittura nel febbraio scorso, pochi giorni dopo l´omicidio Tommasino. «Gli scrissi due e-mail – ricorda Mormone – una il 9 febbraio, l´altra l´11 perché nel frattempo era stato arrestato anche il padre della Mosca, Sergio. Non accadde nulla. Segno che il problema fu sottovalutato, come se fosse solo un fatto locale, anche a livelli più alti del partito». Una accusa che Morando non si tiene: «Abbiamo fatto molte verifiche. Lì dove si è riscontrata con oggettività una infiltrazione diffusa abbiamo agito. Ricordo l´annullamento del tesseramento a Torre Annunziata. In altri casi singoli abbiamo dato seguito a qualsiasi segnalazione e provveduto a verifiche, anche con l´aiuto delle forze dell´ordine. Non voglio parlare di casi singoli. Dico solo che di segnalazioni ne abbiamo avute certo molte. E tutte quelle che hanno avuto un riscontro si sono risolte con la esclusione dalla lista. Ma tenete presente che a volte abbiamo dovuto difenderci anche da tentativi di strumentalizzazione, segnalazioni anonime, magari avanzate da ambienti sospetti. allo scopo di liberarsi di qualcuno. Abbiamo trattato ogni caso col massimo rigore».

Il destino comune di Pdl e Pd sfidati dal potere periferico
(di Massimo Franco da il Corriere della Sera)

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