Al comitato dei mille, manifesto per Vincenzo De Luca presidente lanciato dall’irpino Andrea Forgione, hanno aderito anche l’ex presidente della Provincia di Avellino Alberta De Simone e il consigliere regionale Luigi Anzalone. Il sindaco di Salerno si concede ai suoi supporters per l’intero pomeriggio. Radio, tv private, convegno. Prosegue il tour elettorale del candidabile De Luca. «La Campania — dice — ha bisogno di un candidato che abbia la capacità di governato, che lo abbia dimostrato e sia un uomo libero. Uno capace di rappresentare davvero la svolta». L’identikit del candidato, praticamente un autoritratto. Ma il punto dolente per De Luca restano i tempi (è già troppo tardi) e la coalizione. «Mi dite qual è la coalizione per intanto?». Mica ha torto. L’Udc per ora dice di correre da solo, ma da Roma arrivano segnali di una probabile alleanza con il Pdl. Rifondazione è fuori. Idv e Sinistra pongono veti. Dunque? «Si parla di primarie. Io propongo di farle il 24 dicembre: una zeppola e una primaria. Battute a parte, non sono contrario, è uno strumento straordinario di partecipazione. Ma cerco di capirne il senso. E poi tra chi? Tra i partiti della coalizione? C’è traccia di questa coalizione, dell’Udc, di Sinistra e Libertà? A me la coalizione va più che bene, ma dove è?». Poi sulla sua candidatura dice: «Io non sarò mai un uomo di partito. Sono un uomo di programma. Io vengo da tre candidature a Salerno dove mi sono presentato con una mia lista di programma. E voglio poter parlare liberamente alle persone perbene di destra, centro e sinistra. Non voglio etichette di partito, voglio proporre se sarà il caso un programma a tutte le persone perbene. Non voglio logiche strette di partito ma connotazione programmatica. Poi, almeno personalmente, quando scende in campo il partito mi fa perdere voti e non guadagnare. Quello che ho costruito non è grazie al partito ma nonostante il partito». (di s.b. da il Corriere del Mezzogiorno)
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