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martedì 17 novembre 2009

Diventiamo più forti del diabete, il 14 e 15 novembre giornata mondiale

La dottoressa Beneduce ha risposto alle richieste dei pazienti sul suo contatto Facebook

Vico Equense - Riscaldamento globale, obesità, terrorismo, povertà, disordini politici, AIDS, pandemia influenzale A-H1/N1 sono tra le emergenze che minacciano il mondo. Minacce globali, spesso collegate tra di loro e che non rispettano i confini delle nazioni. Anche il diabete è stato ed è, a tutt’oggi, un pericolo insidioso. La consapevolezza della gravità del problema ha spinto, nel dicembre 2006, le Nazioni Unite ad adottare una risoluzione storica che incoraggia tutte le Nazioni a predisporre, nell’ambito dei Sistemi Sanitari, adeguate politiche di prevenzione e cura per fronteggiare tale pandemia. Il meeting è stato, poi, riproposto in Italia, il 4 Aprile 2008, alla presenza delle istituzioni, delle società scientifiche, dell’associazione dei pazienti e dei giornalisti. In qualità di componente della Commissione Nazionale per la Prevenzione e la Cura del Diabete, la dottoressa Flora Beneduce, primario degli Ospedali riuniti della Penisola Sorrentina, ha riportato il suo vissuto, basato sull’esperienza maturata sul campo, illustrando i rischi e le modalità di prevenzione. “Ogni 10 secondi due persone al mondo si ammalano di diabete, patologia che rappresenta la quarta causa di morte in tutto il pianeta – spiega la dottoressa Flora Beneduce -. È necessario adottare le dovute contromisure, per evitare che la malattia diventi la peggiore pandemia del ventunesimo secolo. Oggi sono circa 246 milioni le persone con diabete e si stima che nel 2025 potrebbero diventare 380 milioni. Il diabete è una bomba ad orologeria che minaccia il benessere delle persone e i sistemi sanitari di tutte le nazioni del mondo. È obbligatorio, pertanto, agire e contribuire a creare un movimento effettivo per cambiarne il corso. È per questo che è stato promosso changing diabetes barometer, uno strumento di misurazione del diabete realizzato in partnership con tutti i principali attori coinvolti da questa pandemia, che vuole contribuire a fissare le priorità ed i target per i piani di azione a livello nazionale”. Il “barometro” è inteso come sistema di misurazione del fenomeno diabete, non solo in termini di patologia, ma anche di prevenzione. Infatti un’alimentazione corretta ed una buona dose di attività fisica contribuiscono a prevenire efficacemente la patologia che può, se trascurata, portare con sé complicanze gravi. “Quando si parla di diabete occorre ricordare che per il 90% tale malattia trova la sua causa nel sovrappeso e nell’obesità – continua la dottoressa -. Molto spesso la difficoltà della prevenzione si accompagna alle difficoltà ed ai costi delle cure, difficilmente sostenibili per pazienti e famiglia. Le persone con diabete spesso non sono curate adeguatamente per ignoranza, povertà o mancanza di risorse, oppure scoprono di essere ammalati quando ormai è troppo tardi. Dovere morale dei nostri amministratori è quello di migliorare la qualità della vita delle persone diabetiche. È necessario, quindi, sostenere un cambiamento culturale nell’assistenza diabetica e nella gestione di risorse e percorsi assistenziali multidisciplinari. È necessario imporre alle Regioni un maggior investimento nel settore, migliorare i servizi offerti e fornire prestazioni qualitativamente più elevate, al fine di garantire la centralità della persona. La Regione deve giocare un ruolo fondamentale nei percorsi non solo di programmazione, ma soprattutto in quelli di prevenzione. Abbiamo bisogno di un impegno vigoroso per considerare questa sfida come un’opportunità per tutelare e migliorare la salute di tutti”. In occasione della giornata mondiale del diabete, in programma il 14 e il 15 Novembre, la dottoressa ha risposto su Facebook ai quesiti dei pazienti e dei curiosi, desiderosi di ottenere informazioni sui rischi e sulle modalità di prevenzione.

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