Massa Lubrense - Stop al cantiere per i lavori di ricostruzione della parte di marciapiede panoramico di via Nastro Azzurro, circa quaranta metri di lunghezza per una larghezza di cinque, crollata la notte del 10 novembre a causa delle abbondanti delle piogge cadute, ma anche per alcune irregolarità commesse dalla società immobiliare Gead, con sede in Sant’Agata sui due Golfi, che nel terreno sottostante la strada stava facendo eseguire da una impresa edile locale le opere per la realizzazione d’un parcheggio interrato da ottanta posti-auto in prossimità della futura stazione della funivia Sorrento-Sant’Agata, il collegamento progettato per evitare il caos automobilistico tra le due località turistiche nel periodo estivo. Infatti appena si era verificata la frana della parte del marciapiedi attiguo all’importante arteria che mette in comunicazione Sant’Agata sui due Golfi con Sorrento e gli altri centri della costiera sorrentina, la stessa società si era subito dichiarata disposta ad eseguire i lavori di ripristino dello stato dei luoghi e della sicurezza nella circolazione lungo la strada installando una doppia postazione semaforizzata. Ad apporre i sigilli al cantiere, su disposizione della Procura della Repubblica del Tribunale di Torre Annunziata, in seguito ad un esposto del Wwf Penisola sorrentina, sono stati i carabinieri della stazione di Massa Lubrense, con il comandante Giacomo Sammartano e coordinati dal capitano Massimo de Bari della compagnia di Sorrento. Ai carabinieri sono state affidate le indagini, non solo per approfondire la conoscenza delle cause del crollo ma anche per accertare eventuali responsabilità delle persone o degli enti interessati alla vicenda. Dalle prime indagini svolte dai militari presso gli uffici del comune di Massa Lubrense, è risultato che i lavori erano iniziati e proseguivano senza alcuna autorizzazione, anche se la società aveva presentato una regolare richiesta, cioè una Dia, dichiarazione d’inizio di attività, trattandosi di opere urgenti per salvaguardare la pubblica e privata incolumità. A suffragio della richiesta, la società aveva presentato all’ufficio regionale del Genio civile di Napoli anche la documentazione relativa al calcolo delle strutture di cemento armato impiegate nei lavori. Ma oltre all’assenza della concessione per l’esecuzione dei lavori con la Dia, sulla quale l’ufficio urbanistico del Comune aveva espresso parere negativo, i carabinieri hanno notato anche la mancanza del parere della Sovrintendenza ai Beni ambientali: intralci e difficoltà di carattere non solo tecnico, ma anche di ordine amministrativo e politico avrebbero pesato su rinvii, ritardi e mancato rilascio dell’autorizzazione. Da parte sua il sindaco di Massa Lubrense, Leone Gargiulo assicura che dai verbali presso gli uffici comunali risulta che l’amministrazione ha compiuto ogni atto alla luce del sole. «Prima di adottare altri provvedimenti connessi all’evento – spiega il sindaco - vogliamo conoscere le motivazioni del sequestro del cantiere: appena dopo il verificarsi della frana ci siamo subito attivati per risolvere la problematica per evitare disagi alla popolazione». Forse nei prossimi giorni potrebbe essere emessa, come in tutti i casi nei quali interviene la magistratura di fronte a lavori carenti di autorizzazione, un’ordinanza sindacale di sospensione dei lavori col conseguente blocco di ogni attività nel cantiere, con negativi riflessi sulla viabilità lungo una delle principali arterie del paese e sull’economia locale. (Gennaro Pappalardo il Mattino)
La questione dei parcheggi interrati in penisola oramai è una vera e propria emergenza, una vergogna e un'onta per la generazione politica che sta concedendo di distruggere la nostra penisola.
RispondiEliminaSi abbia vergogna!
Un insulto al territorio e una vergogna che sarà ricordata nei secoli.
RispondiEliminaE un regalo dei sindaci agli speculatori.