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mercoledì 2 dicembre 2009

Frana in Costiera, caccia ai colpevoli

Al vaglio degli investigatori anche il coinvolgimento del Sindaco

Massa Lubrense - Serrate indagini della Procura del Tribunale di Napoli per accertare le cause del crollo d’un tratto del marciapiedi panoramico di via Nastro Azzurro su un sottostante garage interrato, ma anche eventuali responsabilità nella frana che solo per miracolo non produsse vittime la notte del 10 novembre scorso. Sotto la lente degli inquirenti sono finite la società immobiliare G.e A.D. committente dei lavori per gli 80 box interrati, la ditta esecutrice degli stessi - che forse, con qualche errore commesso in corso d’opera, avrebbe danneggiato il muro di contenimento della strada contribuendo così alla frana - il direttore dei lavori, il dirigente dell’ufficio tecnico comunale, ed il sindaco. Oltre al taglio di alberi e sterpaglia della scarpata di sostegno del muro di contenimento della strada, forse sarebbe stato sottratto del materiale al di sotto della carreggiata. Al vaglio degli inquirenti le posizioni dei titolari della società committente dei lavori, il cui progetto è fornito di tutti i necessari nulla-osta, e quelle del direttore dei lavori, della ditta esecutrice dell’opera, dell’ufficio tecnico-urbanistico comunale presso il quale la G.e A.D., che aveva riconosciuto il suo contributo di colpa, insieme alle piogge torrenziali, nelle cause del crollo. Anche il dirigente dell’ufficio tecnico, e lo stesso sindaco Leone Gargiulo, in qualità di presidente della giunta esecutiva sono nel mirino: l’attenzione della magistratura è accentrata su alcuni passaggi tecnico-amministrativi relativi all’avvio dei lavori da parte della ditta “Sant’Agata costruzioni srl” con una DIA priva del parere della Sovrintendenza. Oggi il sindaco, che smentisce ogni addebito, ed il suo consulente avvocato Francesco Cappiello si recheranno in Procura per ragguagliare il magistrato delle indagini preliminari al quale è stato affidato il caso. «Siamo con la coscienza serena perché abbiamo agito – dichiara il sindaco - nel pieno rispetto della legge dopo aver sentito e fatto nostri i pareri legali, sotto ogni punto di vista, del segretario comunale e dell’avvocato Cappiello: trattandosi di un’opera pubblica, anche se a realizzarla era un privato che aveva riconosciuto una sua colpevolezza nel danno procurato, ci è stato detto che la D.I.A. era sufficiente per iniziare i lavori». (Gennaro Pappalardo - Il Mattino)

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