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sabato 23 gennaio 2010
Il Pd in mezzo al guado torna l’ipotesi primarie
Regione Campania - Amendola o De Luca, purché siano primarie. Il Pd chiude la sua direzione, senza fare nomi, ma di fatto lasciando sul tappeto queste ipotesi. In superficie, la riunione ha prodotto un mandato ad andare al tavolo con gli alleati per verificare le soluzioni possibili. Mandato affidato a quattro persone: il segretario Enzo Amendola (bersaniano) e il suo vice Domenico Tuccillo, più i due candidati delle altre due mozioni congressuali, Leonardo Impegno per Franceschini e Franco Vittoria per Marino. Poiché le richieste degli alleati sono note, il dialogo dovrebbe portare di nuovo sulla pista di Amendola. Se non fosse che i seguaci di Enzo De Luca non mollano, anzi. Fulvio Bonavitacola è intervenuto ieri per chiedere di nuovo il rispetto dello statuto e la celebrazione delle primarie. Una linea sulla quale si attestano anche gli uomini di Franceschini. Con una piccola differenza. Teresa Armato ha difeso le primarie, ma senza ingabbiarle in una formula precisa, e ponendo semmai il tema della individuazione del nome migliore. In sostanza un possibile via libera anche a primarie, confermative, sulla sola indicazione di Amendola, se questo fosse il gradimento degli alleati. Ipotesi però bocciata da Bonavitacola, che a quel punto ha chiesto comunque primarie aperte, ovvero la candidatura di De Luca, minacciando anche l´Aventino da parte dei sostenitori del sindaco di Salerno. Ecco perché di fatto la direzione rinvia di nuovo la soluzione del rebus, in attesa che mollino gli alleati da una parte o De Luca dall´altra. Ora l´agenda prevede il tavolo di coalizione nei prossimi giorni e la riconvocazione dell´assemblea regionale mercoledì prossimo. Decisione peraltro alla fine votata alla unanimità, anche dai deluchiani. Quel che però pare certo è che l´Udc viene ormai dato per perso. E che anche Antonio di Pietro ieri è parso assai poco interessato alle elucubrazioni del Pd regionale. Il leader di Italia dei valori ha anzi reso noto di aver addirittura fornito una rosa di nomi a Bersani, anche se l´unico che ha voluto citare espressamente è il magistrato Raffaele Cantone. Piuttosto, Di Pietro si è poi sfogato contro Antonio Bassolino e l´ipotesi che alla fine il suo nome torni a uscire dal cilindro delle mille difficoltà. «Non chiederemo mai a Bassolino di ricandidarsi – ha detto Di Pietro – , perché sarebbe come dire “tanto vale suicidarsi subito visto che le altre proposte che arrivano portano a malattie incurabili”». «Ho già detto che non sarò candidato e dico quello che penso da presidente uscente», ha replicato Bassolino. «Soltanto Di Pietro vedo che parla inutilmente di questioni che non sono all´ordine del giorno». Quanto alla ricandidatura, ha aggiunto Bassolino, «non vedo che suicidio ci possa essere, dato che non c´è la materia della verifica. L´unico suicidio sarebbe per il Pd se l´Italia dei Valori fosse il suo alleato fondamentale, come abbiamo già visto. Ma non mi pare che corriamo questo rischio – ha concluso il governatore campano – nel senso che bisogna lavorare ad un quadro quanto più ampio possibile di alleanze». L´impressione è che ormai la sceneggiatura della scelta si avvicini però ai “dieci piccoli indiani” di Agatha Christie. All´Udc intanto non ci crede più nessuno. A Roma Pierferdinando Casini e Ciriaco De Mita hanno fornito entrambi una versione attendista. Casini ha detto che «entro la prossima settimana chiuderemo tutto». De Mita ha aggiunto che «Caldoro lo valuteremo, dialoghiamo con tutti, centrodestra e centrosinistra, ma non credo ci sarà un candidato Udc in Campania». È anche vero che Casini ha ammesso essere vicino l´accordo col Pdl in Calabria e che Lorenzo Cesa ha dato via libera alle decisioni dei dirigenti sul territorio. Anche in Campania ormai le cose sono date per fatte. Molto difficile che l´Udc ottenga dal candidato presidente Stefano Caldoro la sanità, potrebbero invece arrivare i trasporti per Pasquale Sommese, mentre un altro dei punti forti dell´Udc, Domenico Zinzi, è tornato in auge per la presidenza della Provincia di Caserta. Accordi che a questo punto potrebbero saltare solo se Berlusconi rovesciasse il tavolo dell´Udc chiedendo ai suoi di non usufruire dei voti di Casini in nessuna regione. Ipotesi che potrebbe scattare se in Puglia l´Udc venise messa al palo da una vittoria di Nichi Vendola alle primarie. (di Roberto Fuccillo da la Repubblica Napoli)
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