Guido Bertolaso, l'uomo delle tragedie. In Italia è considerato una specie di genio della protezione civile, anche se è medico specializzato in malattie tropicali dell’infanzia, comunque, qualche giorno fa, lo abbiamo imbarcato sull'aereo di Stato e spedito ad Haiti. Mister catastrofe, appena arrivato si è subito fatto riconoscere. "Ci sono enormi organizzazioni coinvolte e moltissimo da fare, ma la situazione è patetica, e tutto si sarebbe potuto gestire molto meglio". E ha aggiunto:"Manca una capacità di coordinamento, utile per non disperdere gli aiuti che sono stati inviati. È stato fatto uno sforzo impressionante, encomiabile, ma non c’è una leadership. Serve un uomo, serve un Obama che gestisca le emergenze... Troppo spesso, una volta arrivati sul luogo di un disastro, si pensa subito a mettere un grande manifesto con lo stemma della propria organizzazione, a fare bella figura davanti alle telecamere". Hilary Clinton non ha gradito e ha definito le espressioni di Bertolaso: "Monday morning quarterback" (polemiche da bar sport, giudicare con il senno di poi). E che: "Haiti non è L'Aquila". Esplode una crisi diplomatica di dimensioni planetarie. Lunedì pomeriggio l'ambasciatore David Thorne in una difficile telefonata con il sottosegretario Gianni Letta era arrivato a chiedere la possibile sostituzione del capo della Protezione civile, reo di aver messo in difficoltà l'amministrazione Obama. Poi non se ne fatto più nulla, incidente chiuso, questione chiarita, anzi, il Cavaliere, anch'egli conosciuto per le note figuracce internazionali, visto l’exploit di Bertolaso, ha pensato bene di promuoverlo a ministro. "Dopo quello che ha fatto qui a L'Aquila, il minimo che possiamo fare per Guido Bertolaso è di nominarlo subito ministro". Il sottosegretario, interpellato dai giornalisti, si è mostrato stupito: “Ho sentito anche io come tutti, non ne so nulla”.
C'è poco da discutere. Una suora m'insegnò che: ogni simile cerca il suo simile!
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