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martedì 16 febbraio 2010
"I miei scatti a Teheran così ho vinto il premio"
Sorrento - «La foto è piaciuta subito, tant’è che durante una mostra realizzata a Sorrento a dicembre scorso, nel Chiostro di San Francesco, qualcuno pensò bene di rubarla». Pietro Masturzo, 30 anni, il vincitore del World Press Photo 2010, ancora non crede a quello che è successo. «A volte» dice «penso che sia tutto uno scherzo e che improvvisamente mi risveglio da questo sogno. Ho visto la mia foto sui più grandi giornali del modo, un’emozione incredibile». Un ragazzo semplice, genuino. Uno che con la macchina fotografica ci va anche a letto. «Sono andato a Teheran» racconta «con Carlo Maddalena, un mio amico scrittore e giornalista. Una sera al tramonto ero con Carlo nella camera del nostro albergo. Ho sentito delle urla, istintivamente ho preso la macchina e sono andato sul terrazzo. Quelle donne che gridavano la propria rabbia dal tetto di casa le ho subito messe nel mirino. Ho scattato, ho scattato a più non posso. Non avrei mai immaginato, allora, di aver fatto la foto più bella». Anche la partecipazione al concorso per Pietro è stata un caso. «Mi dicevano che per avere speranza in queste grandi rassegne internazionali devi appartenere a un’agenzia nota; devi essere uno che ha un nome. Ho tentato lo stesso, sapevo di avere delle belle foto, ho voluto scommettere su me. E oggi quando leggo quello che ha scritto Ayperi Karabuda Ecer, giurato di spicco del concorso, ”mi sono sentito anch’io sopra quel tetto”, ripenso a quello che mi dicevano i miei genitori: nella vita con la volontà puoi ottenere qualsiasi cosa». Per Pietro l’importante riconoscimento internazionale è solo l’inizio. «Voglio continuare, sento di poter fare ancora buone cose. Ora vado a Parigi, le foto scattate in Iran diventeranno una mostra. Poi però voglio costruire qualcosa per Napoli. Il mio sogno è una grande rassegna fotografica nell’area portuale da dedicare a tutta la città. Voglio riuscirci, è il prossimo grande impegno». Il 2 maggio Pietro Masturzo sarà ad Amsterdam per ricevere il World Press Photo. (Livio Pane il Mattino)
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