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martedì 27 aprile 2010

Parte l’attacco dei Finiani

Il capogruppo vicario alla Camera del Pdl, Italo Bocchino, ha consegnato al capogruppo Fabrizio Cicchitto, la sua lettera di dimissioni. Bocchino annuncia però anche l'intenzione di candidarsi ai vertici del gruppo in contrapposizione allo stesso Cicchitto o ad altri."Ho preso atto della lettera di dimissioni", ha detto il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, precisando che "é evidente" che il problema delle dimissioni deve essere esaminato anche dal gruppo dirigente del partito. L'associazione di Italo Bocchino vicina a Fini, Generazione Italia, ha intanto annunciato che sono 400 gli amministratori locali che hanno aderito alla campagna"io sto con Fini". "Caro Fabrizio, - scrive Bocchino - dopo quanto accaduto in direzione nazionale credo sia opportuno favorire un chiarimento all'interno del gruppo parlamentare anche al fine di accogliere la richiesta di mie dimissioni reiteratamente avanzata dal presidente Berlusconi attraverso te e a mezzo stampa". Inizia così la lettera che Italo Bocchino ha scritto ieri e consegnato oggi al capogruppo Fabrizio Cicchitto, con il quale ha avuto anche un lungo colloquio. "Ti comunico pertanto - si legge nella lettera - che è mia intenzione avviare il percorso che porterà alla formalizzazione di queste dimissioni nell'assemblea del gruppo, che dovremo convocare per eleggere i nuovi vertici. Il regolamento, infatti lega il destino del presidente al vicario (simul stabunt simul cadent) ed è inevitabile il ricorso all'assemblea, cosa assai utile anche per favorire l'espressione democratica dei colleghi deputati e per dare la possibilità alla minoranza di contare le proprie forze". "Prima di convocare congiuntamente l'assemblea del gruppo - aggiunge Bocchino - ti prego di favorire un mio incontro con il presidente Berlusconi anche alla presenza del coordinatore Verdini affinché si possa dare vita ad un chiarimento politico che faciliti il difficile percorso che il gruppo dovrà fare". "Visto il rapporto che ci lega - conclude la lettera - ho il dovere di comunicarti che all'assemblea del gruppo presenterò la mia candidatura a presidente contrapposta alla tua o a quella di altri. Ciò non per distanza politica o personale da te, ma per consentire alla minoranza di esercitare il suo ruolo, di verificare le sue forze e conseguentemente di rivendicare gli spazi corrispondenti al suo peso". (Tratto da l'Ansa)

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