Flora Beneduce spiega i motivi della fuga dei medici dall’ospedale Santa Maria della Misericordia e denuncia le pratiche di clientelismo legate alla specialistica ambulatoriale
Vico Equense - All’ospedale di Sorrento manca il personale. Si sa. Quello che non si sa è il perché. Sulla questione il silenzio fa rumore. I medici non parlano per solidarietà, o forse per omertà. Chi non rinuncia a dire il vero, anche a costo di inimicarsi qualcuno, è Flora Beneduce. Primario di Medicina generale degli ospedali riuniti della Penisola sorrentina, ha condotto diverse battaglie per rendere efficiente la sua unità operativa e considerare il degente nella sua dignità di essere umano. Dottoressa Beneduce, la grave carenza di anestesisti rischia di bloccare le operazioni chirurgiche. Perché si è generata questa situazione? Una fuga dei medici dal “Santa Maria della Misericordia”. Fuga? Sì, ha capito bene. Si è trattato di una vera e propria fuga. Qualcuno ha chiesto di essere trasferito, qualche altro di anticipare il pensionamento, rinunciando addirittura alla quota previdenziale prevista a fine carriera. Perché lasciare il lavoro a due passi da casa – molti sono residenti a Sorrento - e scegliere di svolgere la propria attività al Loreto mare? Me lo dica lei. Evidentemente ci sono dei problemi nel settore. Andiamo a fondo. Quali sono questi problemi? L’assenza di una figura apicale, in grado di coordinare e gestire, non solo l’unità operativa, ma anche gli equilibri interni del personale. Di chi è la colpa? A mio giudizio, quando si dirige un servizio come quello dell’assistenza sanitaria ospedaliera, prima di concedere trasferimenti e pensionamenti anticipati, deve comunque garantire il funzionamento di un reparto o di un servizio assicurandone gli organici di legge. Senza calcolare che i servizi si sarebbero interrotti… Forse no. Spesso si creano ad arte situazioni del genere al fine di potersi garantire spazi per operazioni clientelari. E ciò, a dirla tutta, in casi come questi, per poter accingere alla specialistica ambulatoriale. Una pratica di clientelismo legalizzato, che altera anche gli equilibri della specialistica ambulatoriale e della sua specificità: garantire l’assistenza sul territorio e decongestionare gli ospedali. L’amministrazione regionale ha preso provvedimenti al riguardo? Sto seguendo la vicenda in prima persona. Ho chiesto ad alcuni componenti del consiglio regionale un’interrogazione al fine di regolamentare queste situazioni e, nel caso, di accertare eventuali responsabilità. Basta nascondersi, le cose vanno fatte in maniera corretta e trasparente. Sembra uno slogan elettorale. La campagna elettorale è finita da un pezzo. Io non ho mai smesso di impegnarmi per quello che ho promesso ai miei 13mila e cinquecento elettori. Chi ha creduto in me deve sapere che io mantengo la parola data. Mi adopererò perché tutte le unità operative degli ospedali riuniti della Penisola sorrentina siano portate agli standard di quella da me diretta. È noto che ho puntato sulla riorganizzazione, potenziando il reparto e apportando numerose innovazioni. Può illustrarci le novità da lei introdotte all’ospedale di Sorrento? Ho introdotto la somministrazione dei farmaci chemioterapici per i pazienti oncologici, ho avviato la diagnostica e la cura dell’artrite psiorasica, ho dato nuovo impulso alla ricerca e alla prevenzione nell’ambito delle malattie metaboliche e ho reso il mio reparto anche centro prescrittore per la patologia dislipidemica. Credo di aver inaugurato una pratica di buona sanità finora sconosciuta. È anche in via di allestimento un centro di allergologia per la diagnosi e la desensibilizzazione al veleno di imenotteri. Anche nel suo reparto mancano i medici. Non crede che quest’assenza possa determinare un abbassamento degli standard qualitativi? Nell’ultimo anno sono andati in quiescenza sei dirigenti medici. Abbiamo avuto molte difficoltà, ma la squadra è affiatata e ben rodata. Ora ho fatto richiesta per ottenere almeno tre medici o delle ore di auto convenzionamento. Non sarebbe una novità, visto che la pratica è diffusa anche in altre Asl. La novità consisterebbe nell’utilizzo di strumenti che finora i vertici hanno rifiutato in nome del clientelismo più sfacciato. Quali prospettive per la Sanità in Campania? Cambiamento, taglio agli sprechi e valorizzazione delle professionalità. Io ci credo. E lei? (Nancy De Maio)
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