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venerdì 7 maggio 2010

Se muore la speranza

In Campania, nella Regione più giovane d’Europa, un ragazzo su quattro è senza lavoro. L’Istat fotografa nel suo rapporto annuale pubblicato da il Mattino una situazione drammatica. Che diventa ancora più pesante se si analizzano le condizioni di 271 aree europee. Ebbene in quest’altra classifica la Campania è quart’ultima meglio solo di Martinica, Guyana e Guadalupa. La nostra regione è sempre più ultima come tasso di disoccupazione giovanile e il divario con il Nord sempre più ampio. Una secessione generazionale verrebbe da dire. Come se non bastasse aumenta anche il tasso di abbandono scolastico. Sono sempre meno i ragazzi della nostra terra che ripongono speranze verso il futuro. Lasciano i banchi perché non serve a niente nemmeno il pezzo di carta, dicono. E le famiglia si rassegnano con loro. Di fronte a tutto questo il Governo nazionale avrebbe dovuto mettere in campo misure draconiane. I Governi europei di centrodestra e di centrosinistri di fronte all’avanzare della crisi hanno scelto, in larga misura, di investire di più e meglio sui saperi sulle competenze insomma sul futuro. Piani straordinari per le giovani generazioni sono stati messi in campo da molti paesi. In Italia il PD aveva proposto al Governo di investire 450 milioni di euro per gli studenti meridionali. Non si tratta di una cifra inarrivabile. Il nostro partito proponeva nel dettaglio la creazione di 100 mila stage retribuiti con 400 euro mensili e un bonus per un anno di 3mila euro all’azienda che avrebbero assunto i diplomati e laureati, senza limiti di età, con un contratto a tempo indeterminato. Questo intervento avrebbe potuto dare uno straordinario contributo per fronteggiare la crisi proprio nelle zone più esposte agli effetti della recessione. Inutile dire che anche in questo caso ha prevalso l’asse del Nord. La triangolazione micidiale fra Berlusconi Bossi e Tremonti con la collaborazione del Ministro Gelmini, la quale spaccia per grandi riforme tagli gravissimi, mette in ginocchio i centri del sapere che vi sono nel Mezzogiorno costringendo i nostri giovani a emigrare. Un dato su tutti vorrei citare, tre studenti meridionali su quattro decidono di partire, o di non tornare a casa, se fuorisede. La spesa per i loro studi sposta ogni anno almeno 4 miliardi di euro dal Sud alle regioni più ricche. Ciononostante il governo, non offre nessun aiuto agli studenti e non fa nulla per limitare questa emorragia di cervelli e risorse. Un’ opposizione che vuole essere alternativa di Governo deve porsi questi problemi. Non a caso al Pd viene chiesto un impegno concreto su Lavoro sui saperi sul merito. E anche da noi in Campania dovremo essere bravi, più che a dividerci ancora su chi è più innovatore dell’altro, a mettere il centrodestra di Caldoro di fronte alle responsabilità che lo attendono sapendo che il Governo che loro sostengono a Roma non fa nulla per invertire questo dramma del lavoro nella nostra comunità. Da qui, dalla Regione più giovane e che ospita ben 7 atenei, deve partire una riscossa che è soprattutto una sfida riformista che come partito e come classe dirigente meridionale non possiamo non raccogliere. (di Antonio Marciano Consigliere Regionale PD)

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