Regione Campania - Esperti di frutta, degustatori di miele e persino maestri floreali. È lungo e bizzarro l’elenco delle consulenze che, entro oggi, dovranno essere cancellate dalla galassia della Regione. Incarichi esterni affidati dalla giunta, dal Consiglio e dalla miriade di società miste dove, secondo l’esecutivo di Stefano Caldoro, «s’annidano spesso sprechi e clientele». E allora la scure si abbatte soprattutto sulle aziende partecipate con i conti in rosso, ma con un esercito di professionisti al loro servizio. Ecco alcuni esempi di consulenze che hanno alimentato le spese contribuendo a determinare lo sforamento del patto di stabilità per un miliardo e 100 milioni di euro. Una violazione che oggi costringe la giunta Caldoro ad un sostanziale blocco della spesa. Si va dall’incarico per i formaggi e i mieli irpini al corso per la tecnologia della trasformazione e qualità dei prodotti caseari. Non mancano, poi, gli esperti in olio e vino e quelli in tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni nell’azienda floricola. C’è spazio anche per indagini sul ruolo delle aziende olivicole di Pisciotta e per lo sviluppo turistico della costa cilentana. Per non parlare della formazione finalizzata al miglioramento dell’allevamento intensivo, alle consulenze per l’agricoltura di Avellino e ai progetti per itinerari ciclabili e ciclopedonali (8mila euro). I fondi regionali sono stati investiti, inoltre, per le degustazioni guidate di salumi e per lo studio della filiera dei cereali, dal produttore al consumatore. Ne avete abbastanza? Perché la lista non si esaurisce qui. Spiccano, infatti, i relatori sul marketing dell’olio d’oliva in provincia di Salerno e le task force su caccia, musica, danza e teatro. Nei mesi scorsi la Regione si è addirittura adoperata per divulgare le attività del centro orticolo campano e per insegnare i diversi tipi di potatura nonché le forme di allevamento adatte a ciascuna varietà ed ambiente dell’hinterland salernitano. Roba da far venire i brividi. Senza contare le numerose e costosissime consulenze affidate nell’ambito del Paser, il Piano d’azione per lo sviluppo economico regionale. Abbondano anche gli incarichi in materia ambientale. Basti pensare che alcuni esperti sono stati assoldati per pianificare la gestione dei flussi di rifiuti speciali mentre a Napoli e in Campania si registrano ancora problemi di raccolta dell’immondizia «normale». Un pool di tecnici si è invece occupato del controllo della cartografia geologica, mentre ad un’altra squadra di esperti è toccato il compito di tentare un’ardua impresa: la valorizzazione energetica dei flussi. Spulciando l’elenco si trovano, poi, uno studio di fattibilità sul polo florovivaistico e persino un’indagine (al costo di 10mila euro) sul patrimonio genetico autoctono del melo e sull’individuazione delle tecniche agronomiche più idonee alla coltivazione. Altri 20mila euro sono previsti per un coordinamento scientifico che è chiamato ad un faticoso impegno: realizzare una serie di prove dimostrative dell’utilizzo di lieviti di territorio per la valorizzazione dei vini irpini. E per contrastare le colate di cemento la Regione cosa fa? Affida un incarico per la rilevazione e l’analisi di punti di forza e di debolezza nella lotta all’abusivismo edilizio. Mentre la scure si abbatte sulle consulenze, l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale si prepara a istituire due nuove posizioni di staff («se gli attuali regolamenti lo consentiranno») al servizio del Nucleo interno di valutazione e del Corecom. Un’iniziativa che, fanno sapere dall’ufficio di presidenza, «avverrà a costo zero e utilizzando dirigenti interni». «Ma si tratta di un provvedimento illegittimo - tuona l’ex consigliere regionale Salvatore Ronghi - poiché le posizioni possono essere istituite solo attraverso una modifica della legge 15, tant’è che il precedente ufficio di presidenza ha tentato di farlo, senza risultato, per ben tre volte. Peraltro non sarebbe un intervento senza spese aggiuntive in quanto ogni struttura ha un proprio costo». (Gerardo Ausiello il Mattino)
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