Regione Campania - «Non c’è dubbio che avrei vinto lo stesso. Anche senza il sostegno di Cosentino. Il dato elettorale conferma la grande volontà di rinnovamento. Il nostro grande punto di riferimento è stato l’insuccesso degli altri e, soprattutto, l’effetto Berlusconi». Stefano Caldoro allarga il solco tra lui e il coordinatore del Pdl in Campania, Nicola Cosentino. E lo fa parlando dagli studi de La 7, intervistato da Luca Telese e Luisella Costamagna nel corso del programma In Onda trasmesso ieri sera. «Non ho mai dato peso — ha aggiunto il governatore della Campania— all’attività di dossieraggio contro di me. Sono andato avanti perché chi ha la coscienza a posto va avanti dritto. Pertanto, non ho avuto alcun timore. L’unica preoccupazione è stata quella legata alla mia famiglia, soprattutto alla reazione che avrebbe potuto avere mia figlia diciannovenne». Caldoro ha confermato che i rapporti tra lui e Cosentino non potranno essere recuperati. Del resto, anche Cosentino, nei giorni scorsi, ha ribadito come l’interlocuzione istituzionale tra il vertice campano del Pdl e il presidente della Regione non dovrà tener conto dei rapporti privati. «Dopo Quello che è successo— ha dichiarato Caldoro in tv — le cose non potranno essere più come prima. Bisogna capire bene cosa c’è dietro. Credo che la parte interna del Pdl non sia coinvolta se non per alcuni aspetti marginali, mentre l’attività di dossieraggio nasce fuori dal partito. Non ho idea chi siano i mandanti e non ho elementi per poter dire altro. Attendo per questo gli esiti dell’inchiesta della magistratura». Per il resto, il governatore della Campania ha respinto l’ipotesi che vi sia una questione morale: «Ci possono essere questioni che riguardano i singoli che vanno affrontate con la giusta determinazione. Ma non una questione morale vera e propria. Tremonti ha detto che può trattarsi di una cassetta di mele marce. Ci sono casi singoli e, purtroppo, ciò può avvenire. Bisogna affrontare il problema. Il Pdl è garantista e non giustizialista». Tuttavia, il presidente della giunta regionale salva soltanto il coordinatore nazionale Denis Verdini: «Non credo che Verdini si debba dimettere – ha proseguito – ma è necessario avviare una fase nuova, dobbiamo metterci in gioco tutti ed essere sempre disponibili. Nessuno di noi occupa posti di responsabilità che si vincono con concorso pubblico. Occupiamo incarichi politici che sono tutti a termine». Poi, su Roberto Saviano: «Ho letto Gomorra. È innegabile che quanto ha scritto Saviano sia un pezzo vero, reale e drammatico della situazione che vive la nostra regione. La sua è un’azione di verità. Cosa diversa è pensare che la Campania sia solo questo. Ma non è compito di Saviano dirlo, è compito nostro, della politica, distinguere una verità terribile con la quale noi facciamo i conti tutti i giorni dalle straordinarie energie che la nostra regione possiede». Infine, il parallelo tra Craxi e Berlusconi («Ammiro il grande carisma di entrambi, ma hanno caratteri molto diversi. Craxi ha rappresentato un pezzo del Paese, la corrente riformista-socialista-europea, ma era un pezzo. Berlusconi ha fatto qualcosa in più, cioè ha riunito una famiglia politica»); la questione rifiuti («Adesso dobbiamo realizzare gli impianti: abbiamo 15 anni di ritardo da colmare») e quella della crisi del Sud analoga a quella della Grecia («Se si è intervenuti per la crisi greca, violando i regolamenti, perché mai non si può fare la stessa cosa con il Mezzogiorno?»). (di A.A. da il Corriere del Mezzogiorno)
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