Regione Campania - Approda mercoledì in consiglio regionale la proposta di legge del Gruppo del Popolo della Libertà, primo firmatario il capogruppo Fulvio Martusciello, che taglia del 10% le indennità di tutti i nominati e designati dal Consiglio Regionale della Campania. Ma c’è un emendamento a creare fibrillazione. Un emendamento, anzi due uguali: uno sottoscritto dal capogruppo della lista Caldoro, Gennaro Salvatore, e l’altro da quattro consiglieri del Pdl (Nappi, Nugnes, Diodato e Polverino) che propongono l’abolizione di quel “comma antitrombati” che lo stesso Martusciello, nel 2005, propose, e che fu approvato con i voti della maggioranza di centrosinistra dell’epoca. Emendamenti – fotocopia che, se approvati, cancellerebbero il divieto, per coloro i quali sono stati candidati al consiglio regionale e non sono stati eletti, di essere nominati ai vertici di enti o aziende controllate dalla Regione, Asl comprese. Cinque anni fa la proposta di Martusciello, approvata dall’Unione, scatenò fibrillazioni all’interno del centrosinistra. L’emendamento presentato oggi rischia invece di scuotere l’attuale maggioranza di centrodestra. Questa proposta di modifica, infatti, riaprirebbe l’autostrada verso le nomine agli esclusi dal consiglio regionale. Asl, consigli di amministrazione e vertici delle società miste, parchi regionali e teatri, sono centinaia le nomine di competenza regionale. Nomine alle quali aspirano, inevitabilmente, i politici che non sono riusciti a farsi eleggere in consiglio. Lo stop alle nomine per i “trombati”, originariamente previsto per i due anni successivi alle elezioni, poi portato a otto mesi, verrebbe cancellato del tutto. Gennaro Salvatore, intanto, spiega il motivo della presentazione dell’emendamento: «Premesso che non ero consigliere regionale nella scorsa legislatura – afferma Salvatore – ritengo che quell’articolo che nega la possibilità, a chi fosse stato candidato, di essere nominato negli enti della regione, sia assolutamente iniquo e incostituzionale. Il mio emendamento vuole solo ripristinare la parità di diritti tra i cittadini e dunque anche tra quelli che si sono candidati senza fortuna al consiglio regionale. Quello che conta sono i curricula e le competenze». (Carlo Tarallo il Corriere del Mezzogiorno)
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