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giovedì 8 luglio 2010

«Dipendenti e viaggiatori esposti al rischio sicurezza»

Il tema della sicurezza personale a bordo dei mezzi pubblici segue il ripetersi delle stagioni. Circumvesuviana, ca va sans dire, non è da meno, e la recrudescenza di episodi di micro, ed a volte macro, delinquenza che registriamo a partire dai primi week end estivi lo testimonia. Nella sola giornata di domenica 5 luglio 50 treni sono stati vandalizzati in maniera tale da non poter essere utilizzati per l'effettuazione del servizio del giorno dopo che ha subito notevoli ritardi, causando disagi alla clientela e conseguente danno d'immagine per l'azienda. Per far fronte all'emergenza siamo costretti a ricorrere ad uno sforzo manutentivo straordinario. Questa situazione aggiunge al danno anche la beffa: la percezione crescente di insicurezza tra i nostri viaggiatori, oltre i maggiori costi, sia in termini di personale - richiamato in servizio in un giorno di riposo per riuscire a rendere utilizzabili quanti più treni è possibile - che di materiale necessario per le riparazioni, quantificati complessivamente in circa 10mila euro. Capitolo a parte, poi, merita il nostro personale che presta servizio a bordo treno. Sono loro i primi a dover gestire emergenze che spesso si traducono nel dover fronteggiare orde di scalmanati che non solo danneggiano il treno, ma rivolgono le loro stucchevoli attenzioni anche nei confronti dei passeggeri. Davanti a questo stato di cose, le azioni da intraprendere sono essenzialmente due: aumentare le corse dei treni nei periodi e sulle linee di maggiore affluenza e potenziare la presenza di personale specializzato. Circumvesuviana, fin dagli ultimi fine settimana di giugno (con circa 150.000 passeggeri trasportati di media nei week end) ha potenziato il servizio sulla linea per Sorrento, negli stessi periodi, istituendo circa 25 corse in più, di cui 8 treni direttissimi, ed impiegando, nelle stazioni maggiormente "sensibili", una decina di guardie giurate, alcune anche con l'ausilio di unità cinofile. La gravità dell’emergenza è nelle parole di un capotreno, in servizio la domenica in questione, scritte nella sua relazione: «È umiliante leggere nel volto di gente perbene e turistiintimoriti lo sgomento e l'incredulità di atti che, per chi li vive sulla propria pelle, tutti i giorni, sono scene ordinarie e quotidiane; quasi uno stile di vita a cui non ci si può sottrarre. Ci abbiamo fatto l'abitudine e siamo rassegnati». Chi, come il sottoscritto, ha la responsabilità di dover gestire ed anche tutelare, nell'esercizio delle proprie funzioni, donne ed uomini che quotidianamente lavorano in condizioni non certo agevoli, deve porsi una domanda fondamentale: ho fatto tutto quanto è in mio potere per risolvere questa situazione? La risposta non è certo auto-assolutoria, ci mancherebbe, e l'impegno che assumiamo fin da ora è nel proseguire su questa strada, ma la gestione dell'ordine pubblico - e quindi della tutela di clienti e personale di servizio sui treni - non può essere compito precipuo dell'azienda. Certo lo sforzo che le forze dell'ordine compiono è sotto gli occhi di tutti, ed a loro va il nostro plauso incondizionato, però non si tratta mai di soluzioni sistemiche, che ci consentano di poter pianificare una vera e propria azione di contrasto al fenomeno delinquenziale. Ed allora la strada è una sola: istituire un servizio permanente di Polizia ferroviaria. Siamo pronti a fornire tutto il supporto necessario, sia logistico che infrastrutturale, per il corretto espletamento del servizio. Sarebbe la migliore, se non l'unica, risposta da dare a chi viaggia e lavora in Circumvesuviana. (Arturo Borrelli Direttore operativo Circumvesuviana)

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