In Campania, la regione prima in Italia per reati ambientali, la legge bavaglio impedirà l’uso delle intercettazioni nei casi di traffico illecito di rifiuti. Le già spuntate armi della giustizia per i reati ambientali così risulteranno ancora più inutili ed impotenti, c’è di buono che per i prossimi anni avremo meno reati ambientali individuati, come si suol dire, occhio che non vede, cuore che non duole. Al solito che ne subirà le conseguenze è la nostra terra, ma, visto che di bonifiche non se ne parla forse ai più può sembrare inutile continuare ad incrementare il numero di reati e di siti da Bonificare. Ma la Campania, nei temi ambientali è già avanti, qui non si è attesa la nuova normativa, qui, grazie al decreto 90 la libertà di stampa e di informazioni sono già state ampiamente depotenziate, nel periodi di cosiddetta emergenza, ma qualcuno si è dimenticato di ripristinarle quando l’emergenza è stata ufficialmente chiusa. Il caso emblematico è successo una settimana fa il 23 giugno tre studenti sono stati portati in Caserma e i tre giovani vengono denunciati a piede libero per la violazione dell’articolo 650 del codice penale: “inosservanza dei provvedimenti dell’autorità“. Cosa avevano fratto questi giovani? Erano andati a Terzigno per filmare dall’esterno la discarica per un documentario. La commissione petizioni europea in visita in Campania rimase perplessa del fatto che il sindaco non aveva potuto visitare l’invaso prima della loro venuta, certo non potrebbe capire la gravità del gesto di questi tre ragazzi intenti a pericolose riprese di una discarica. La legge bavaglio qui è già in funzione, qui si può vedere il suo effetto a distanza di tempo, ed ecco che scopriamo che qui l’indignazione è pressoché passata, la mancanza di informazione non si nota quasi più e così azioni come quella di questi tre giovani vengono allo scoperto grazie ad un editoriale del consigliere provinciale Tommaso Sodano, ma quel che è peggio è che sua alcuni argomenti vige una specie di autocensura, si evitano semplicemente per evitare problemi. Emblematico è il caso dell’inceneritore di Acerrra, le cui vicissitudini non sono di interesse per alcun giornale, dopo il suo infinito rodaggio l’inceneritore continua a funzionare a singhiozzo, con una linea spenta oramai da tre mesi ed un’altra (la terza) che è stata spenta per più giorni negli ultimi mesi. Ad Acerra era stata istituito un osservatorio, ma prima il sindaco Sindaco di Acerra con i suoi rappresentanti ed ultimo l’epidemiologo Paolella hanno dato la dimissioni, evidenziando i problemi di partecipazione democratica e negando la volontà di informazione delle popolazioni che vivono a ridosso dell’impianto. In Campania non abbiamo bisogno di bavagli, abbiamo già una innovativa legge militare ambientale, che persegue chi vuole informare senza perseguire con pari attenzione chi continua ad inquinare e deturpare, qui da noi servirebbe anzi una legge che ripristini le priorità. (di Francesco Iacotucci da Terra)
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