E’ figlia d’arte Valentina D’Apuzzo Schisa che dalla mamma, la nota coreografa Patty Schisa, ha ereditato talento, classe e professionalità. Non è un caso che Ismael Ivo, direttore della Biennale Danza di Venezia, l’ha scelta per il suo grande e innovativo progetto, un inedito rituale della primavera liberamente ispirato al libretto “Le sacre du printemps” musicato Igor Stravinskj, tra il mito e il grido d’allarme. Il progetto promosso dalla Fondazione Campania dei Festival è frutto di un’inedita collaborazione avviata con Teatro di San Carlo, Sovrintendenza per i Beni Archeologici di Pompei, Paestum Festival, Leuciana Festival, Benevento Città Spettacolo e Città della Scienza e vede le storiche manifestazioni estive della regione per la prima volta intrecciarsi per dare vita ad un nuovo grande festival: il Campania Teatro Festival, prolungamento del Napoli Teatro Festival. L’apertura del Paestum Festival, venerdì 16 luglio, è stata affidata al debutto della giovane compagnia “Les Danseurs Napolitains” con “Le sacre du Printemps”, coreografia originale di Ismael Ivo, artista brasiliano tra i più interessanti della scena internazionale, nonché direttore della Biennale Danza di Venezia. Una prima assoluta coprodotta dal Napoli Teatro Festival Italia e dal Paestum Festival che ha inaugurato la tredicesima edizione presentata già a San Leucio il 18 luglio nell’ambito del Festival, al museo Madre a Napoli il 22 luglio e sarà al Teatro Grande di Pompei lunedì 26 luglio. Un progetto particolare, teso a valorizzare i danzatori campani, con il quale è stata sperimentata una modalità nuova di preparazione di uno spettacolo. Con un bando lanciato a marzo e rivolto a danzatori e danzatrici nati o residenti in Campania sono stati scelti 25 giovani danzatori artisti che hanno partecipato ad un workshop di 10 giorni con Ismael Ivo. Di questi 25, alla fine del workshop, ne sono stati selezionati 14 (7 uomini e 7 donne) che sono entrati a far parte della giovane Compagnia “Les Danseurs Napolitains “ e, tra questi, anche la talentuosa Valentina D’Apuzzo Schisa che ha superato brillantemente la selezione. Dal 14 giugno fino al 14 luglio i danzatori sono stati in “residenza creativa” con Ismael Ivo in un vecchio granaio ristrutturato di Paestum, preparando lo spettacolo, convivendo ventiquattro ore su ventiquattro con il coreografo brasiliano. Volutamente colmo di riferimenti celebrativi della Magna Grecia, questo inedito “rituale della primavera” è liberamente ispirato al libretto “La sagra della primavera” musicato da Igor Stravinskj. Circa 70 minuti racchiusi in atto unico suddiviso in sette quadri: il giardino dei misteri, la terra perduta, il corpo sensoriale, il desiderio, l’identità, l’esplosione e la primavera. Per celebrare da un lato l’identità culturale e lo spirito mediterraneo della Compagnia unito alla storia dei luoghi che ospitano la produzione e, dall’altro, per auspicare una prossima primavera salvifica dai disastri ambientali. Una perfomance tra il mito e il grido d’allarme impreziosita dai costumi di Annamaria Morelli, la scenografia creata da Marcel Kaskeline rendendo omaggio alla “Rosa di Paestum”, con una cascata incessante di 500.000 petali di rosa e l’elaborazione musicale di Andreas Bick, light designer Marco Policastro. La coreografia ispirata alla mitologia (dal dio Bacco, alla Baccanale festività romana a sfondo propiziatorio a lui dedicata; dai satiri al poema Satyricon) è preceduta da un Prologo (Mistero Dionisiaco) originale firmato dallo stesso Ivo e ispirato alla pompeiana Casa dei Misteri. Tra i 14 danzatori campani prescelti anche Valentina D’Apuzzo Schisa, figlia di Patty Schisa, già ballerina del teatro di San Carlo di Napoli, che nella sua lunga carriera ha anch’essa calcato le scene del teatro grande di Pompei danzando in “Daphne e Cloe” e in “Giselle”. Il testimone della danza passa così da madre in figlia, entrambe attualmente impegnate nell’insegnamento e nella creazione di balletti originali per le loro allieve delle scuole di Piano di Sorrento e di Napoli. (Mariella Nica)
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