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domenica 29 agosto 2010

Appello de l'Unità: primarie in tutte le circoscrizioni

L'Unità rilancia la proposta di tenere le primarie anche per scegliere i candidati al Parlamento. Cominciano ad arrivare le prime reazioni. Sul Corriere della Sera di oggi Maria Teresa Meli bolla la proposta come “ritorno al vecchio”. “Per carità, in via teorica il ragionamento non fa una grinza. E, non a caso, riceve il plauso di iscritti e simpatizzanti. Ma in pratica? Lasciamo per una volta da parte l’argomento principe contro questa proposta. Ossia che, non essendo regolate per legge, le primarie, in Italia, hanno il sapore di una brutta copia dello stesso tipo di consultazioni che in altri Paesi hanno una loro consolidata tradizione. Se si prende il problema da un diverso punto di vista, i dubbi, però, rimangono. Anzi, si moltiplicano. Pier Luigi Bersani ha dichiarato di voler costruire un «Nuovo Ulivo» e ha annunciato di aver già contattato le forze interessate a questa proposta. Ora, a prescindere dalla domanda, legittima ma fuori tema, che ci si può porre a questo proposito — il Pd non era forse nato per essere il «Nuovo Ulivo»? — come si concilia l’ipotesi del segretario con la proposta dell’Unità? Se si mette in piedi una nuova alleanza, il Partito democratico non può fare le primarie per conto proprio. Dovrebbe indirle insieme agli altri componenti dello schieramento. I quali, non sia detto per inciso, raccolgono un numero di consensi assai minore di quello del Pd. Perciò il rischio sarebbe quello di ripetere una pratica in voga all’epoca del «Mattarellum». Quando ai cespugli dell’Ulivo i voti venivano dati per gentile concessione del Pds. Circoscrizione percircos crizione, il partito maggiore decideva chi eleggere tra gli alleati minori, dopo una serie di non propriamente edificanti trattative. E così agli elettori dell’Emilia Romagna capitava di dover scegliere, per esempio, il romanissimo Paolo Cento. Non proprio un «Porcellum», ma quasi.”

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