L’esplosione a Sant’Agnello, torna in azione il mitomane degli ordigni. Danni ad auto e scooter
Sant’Agnello - Stavolta l’innesco ha funzionato e la bomba carta gettata in un cassonetto dei rifiuti ha provocato il panico in piena notte. A tre giorni dall’ultimo ritrovamento, tra i tavolini di un ristorante a Sorrento, il bombarolo mitomane della Costiera è tornato a colpire. Nella notte tra domenica e ieri, la bomba carta è esplosa all’incrocio tra il corso Italia ed il primo tratto di via dei Gerani, nel pieno centro cittadino. L’ordigno, di natura artigianale, è deflagrato all’interno di un gettacarte metallico posizionato in prossimità di un marciapiede, provocando un forte boato. Il gettacarte ha subito deformazioni. Sul posto si sono precipitati i carabinieri agli ordini del capitano Massimo Antonio De Bari, e gli agenti del commissariato di Sorrento guidati dal vicequestore Antonio Galante, che hanno subito provveduto ad asportare il gettacarte per poi inviarlo agli artificieri per gli opportuni accertamenti. La deflagrazione, comunque, non ha provocato alcun danno alle persone, ma soltanto di lieve entità ad alcuni scooter ed automobili parcheggiati lungo la strada. Gli inquirenti sono al lavoro per identificare l’autore del folle gesto. Ma c’è di più: subito dopo lo scoppio, un uomo di mezza età sarebbe stato visto allontanarsi con fare sospetto a bordo di un’automobile. Alcuni residenti sarebbero riusciti a trascrivere il numero di targa della vettura, fornendo utili indicazioni alle forze dell’ordine ai fini dell’identificazione del bombarolo. Gli inquirenti stanno setacciando gli archivi del pubblico registro automobilistico. Non sono escluse novità per le prossime ore. Rischiano grosso i responsabili, si va dall’accusa di provocato allarme a quella di detenzione di armi. Numerose le piste al vaglio degli investigatori, che stanno valutando anche possibili collegamenti tra lo scoppio della bomba carta in via dei Gerani e l’ordigno ritrovato giovedì notte a Sorrento, in vico I Fuoro, all’uscita di un ristorante. Due congegni esplosivi molto simili che lascerebbero pensare ad una sola mano, quella di un mitomane magari intenzionato a cavalcare l’onda della paura generata nelle scorse settimane dal ritrovamento, sull’arenile della spiaggia metese di Alimuri, di due ordigni artigianali utilizzati per la pesca di frodo. Grande spavento per residenti e titolari degli esercizi commerciali insediati nella zona: «Erano passate le 24 quando abbiamo sentito un boato spaventoso – raccontano i gestori di un bar sito a pochi passi dal luogo in cui è avvenuta l’esplosione – che ci ha fatto subito ipotizzare lo scoppio di una bombola di gas in qualche appartamento. Alcuni clienti, scossi dall’accaduto, hanno abbandonato il locale in fretta e furia». Sant’Agnello, comunque, non è nuova ad episodi del genere: da febbraio 2001 a dicembre 2008, numerosissimi sono stati i casi di cassonetti della spazzatura ed automobili dolosamente incendiati da alcuni gruppi di balordi. Nel maggio del 2003, fu dato alle fiamme persino un centro provvisorio di raccolta dei rifiuti in località San Vito; l’estate successiva l’incendio di cassonetti in piazzetta Annunziata, nei pressi del rione Angri, provocò danni alle auto, alle abitazioni e all’illuminazione pubblica. Precedenti inquietanti che rendono ancora più amaro e preoccupato il commento del sindaco Gian Michele Orlando e dell’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Gargiulo, accorsi in via dei Gerani subito dopo aver appreso la notizia dell’esplosione: «Questi episodi compromettono la vivibilità dell’intera Costiera e ne ledono irreparabilmente l’immagine agli occhi dell’opinione pubblica italiana ed internazionale – osserva il primo cittadino – Auspichiamo perciò che le forze dell’ordine riescano al più presto ad assicurare alla giustizia i criminali che, con questi gesti, rischiano di innescare una pericolosa spirale di violenza». (Ciriaco M. Viggiano il Mattino)
Ma i centri cittadini della penisola non sono videosorvegliati a distanza dal comando polizia locale o forze dell'ordine?!
RispondiEliminaOppure, come spesso succede,si pubblicizzano tanto e poi si scopre che non sono attive...
come spesso accade in tutti i comuni della penisola, nonostante la videosorveglianza non serve mai a nulla. serve solo agli amici delle ditte che fanno gli impianti e sopratutto a quelle che fanno la manutenzione.
RispondiElimina