L'astensione salva Giacomo Caliendo. La mozione di sfiducia contro il sottosegretario alla Giustizia non è passata: 299 i no, 229 i sì e ben 75 gli astenuti. Il voto tra cori e proteste. Sfiorata la rissa tra ex An e Fli. Berlusconi: astenersi non ha senso. Alfano contro l'inchiesta P3: frutto di pm e di certa sinistra. Bossi attacca il 'terzo polò: qualcuno si farà male e senza risultati. Pd: elezioni? Le perdereste. Fini: sono sereno, buone vacanze. Caliendo non nasconde la propria soddisfazione subito dopo il voto. Pdl e Lega hanno applaudito il risultato. «Questo è il segnale che resistiamo. Non si va al voto ora», commenta Umberto Bossi. Ma il risultato non era del tutto scontato. Soprattutto, nelle dichiarazioni di voto ci sono stati momenti di tensioni, mentre fuori dell'Aula se le son date di santa ragione tra ex An. Assenti non giustificati in aula Consolo, Divella, Angeli, Tremaglia. Due membri del governo votano contro la sfiducia al sottosegretario: il ministro Andrea Ronchi e il vice ministro Adolfo Urso. Altri due sono assenti (il sottosegretario Roberto Menia, in missione a Zanzibar e il sottosegretario Antonio Bonfiglio). Da rilevare che Chiara Moroni ha detto in Aula che non avrebbe partecipato al voto, e altri esponenti del Pdl non hanno votato: Gennaro Malgieri, amico di lunga data del presidente della camera Fini, dell'ex an Carlo Nola e del responsabile online del Pdl Antonio Palmieri. La maggioranza si è quindi fermata a 299 voti, ben al di sotto dei 316 di cui dovrebbe disporre. «Duecentonovantanove è meno di 316, parlano i numeri. La matematica è più forte della politica», spiega Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera. In Parlamento «c'è una maggioranza residuale che dovrà conquistarsi i voti volta per volta». Franceschini parla della vicenda come di una «drammatica prova di debolezza e di fine corsa» del governo Berlusconi. Quanto all'ipotesi di un voto anticipato, Franceschini è convinto che il Pdl «ridotto com'è a brandelli» perderebbe. «È un governo senza maggioranza», come nota Antonio di Pietro. «Dovrebbe trarne le conseguenze - afferma il leader dell'Italia dei valori - invece nel mese di agosto farà campagna acquisti di parlamentari, con ammiccamenti, rapporti contro natura con deputati dell'altro schieramento e dossieraggi calunniosi». Soddisfatto anche Pierferdinando Casini. «Un voto molto interessante», dice il leader dell'Udc. (L’Unità)
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