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martedì 24 agosto 2010

Capri, i sindaci chiamano Maroni

«Sono troppi 15mila sbarchi al giorno»

Capri - Dialogo tra i sindaci di Capri e di Anacapri sulle macerie dell’immagine dell’isola un tempo più famosa del mondo. L’occasione è offerta dall’ultimo gravissimo episodio di violenza - botte, sesso e droga, ancora questa la miscela infernale - che si è concluso con l’arresto di sei persone. Capri sta vivendo uno dei peggiori momenti della sua storia e sul web si rincorrono immagini e cronache che scoraggiano i turisti. La preoccupazione dei due primi cittadini dell’isola, quindi, è fondata anche perché, nonostante qualche agente in più distaccato dopo lo stupro della ragazza francese, gli scontri si ripetono e non c’è modo di prevenirli. Bisogna mettere in campo strategie più severe, soprattutto sul piano della prevenzione, ma si continua a chiudere le porte della stalla dopo che i buoi sono scappati. «Questo è il vero problema», ammette il sindaco di Capri Ciro Lembo, ma Franco Cerrotta, primo cittadino di Anacapri, è ancora più esplicito: «Sappiamo che si tratta di balordi, dice, ma non possiamo combattere da soli, devono aiutarci. Una diecina di poliziotti e di carabinieri, magari in borghese, sistemati negli angoli strategici della movida, che poi non sono tanti, sarebbero più che sufficienti a tenere a bada gli sconsiderati. Ma questo non lo decidiamo noi, qualcuno che può, a Napoli e al Ministero dell’Interno, deve aiutarci». Replica Ciro Lembo, sindaco di Capri, che è persona più schiva e prudente: «Il giorno dopo lo stupro ho chiamato il ministro Maroni che è buon amico dell’isola e mi ha promesso che esaminerà la mia richiesta. Ho fiducia in lui e preferisco aspettare che la bufera passi anche perchè non possiamo diffondere nel mondo l’immagine di un’isola armata, dove è meglio non andare. Non tiriamoci la zappa sui piedi. Insomma, e, soprattutto, non tradiamo la verità che ancora oggi, malgrado queste vergogne, è quella di un’isola che sa difendere la sua leggenda alimentata dalla bellezza dei paesaggi, ma anche da una cultura dell’accoglienza ben difficilmente riscontrabile altrove». Ma questo, ormai, è solo un ricordo. «E’ una bugia - rispondono a una voce i due cittadini di nuovo in sintonia - gli episodi di questa stagione sfortunata non inficiano il primato caprese, chi ci vuole bene lo sa e continuerà a frequentare l’isola nella quale si dorme con le porte aperte». Sì, ma di quale Capri si parla? Quella di oggi di certo non evoca immagini tanto dolci e rassicuranti. La risposta è immediata: «Non prendete alla lettera le cose che ho detto, per carità, ma un rilievo lasciatemelo fare: se qualcuno avesse voglia di prendersi la briga di sfogliare le collezioni dei giornali che hanno raccontano le notti brave di questa folla estate scoprirebbe che analoghi episodi di bullismo e di violenza, anche più gravi e preoccupanti, si sono verificati in giro per i luoghi alla moda. In Spagna, è roba di queste ore, i balordi gonfi di alcol sbarcati dall’Inghilterra seminano il terrore con il nuovo gioco di tuffarsi in piscina dagli ultimi piani dell’albergo è una cosa mostruosa al confronto dei nostri problemi che pure sono gravissimi». Passiamo ad altri deterrenti. Sindaco Lembo, che fine ha fatto la lista degli indesiderati, è stata accantonata? «Macché, porterò il regolamento nella prossima riunione del Consiglio Comunale e spero che venga approvato all’unanimità. Si è molto ricamato anche su questa proposta, ma è lineare e può essere utile». Come si stanano gli indesiderati? «Beh, è facile, prendendoli dalla cronaca nera vecchia e nuova». Ma come si fa rispettare? «Controllando gli arrivi con più severità e tutti devono contribuire, i proprietari degli alberghi, gli affittacamere, gli armatori delle compagnie di navigazione. Se tutti danno una mano la proposta è valida». E il numero chiuso? «Qui - rispondono Lembo e Cerrotta - il problema è più complesso. Ridurre gli arrivi è una richiesta che di tanto in tanto ritorna, ma il Governo continua a rispondere che è impraticabile perchè Capri è un patrimonio dell’umanità e non si possono porre limiti agli arrivi, ma, vivaddio, cinquecento arrivi ogni mezzora è una valanga che ci travolge perchè parliamo di circa quindicimila sbarchi al giorno. Una invasione, Capri non è preparata a fronteggiarla, la sua missione è un ’altra». (Carlo Franco il Corriere del Mezzogiorno)

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