Massa Lubrense - Lungo il piede del costone, che quasi interamente su 20 chilometri di estensione del comune di Massa Lubrense segna la linea di demarcazione tra terra e mare delle Sirene, è in vigore dal 6 luglio scorso l’ordinanza sindacale di divieto di balneazione per il rischio di caduta-massi. Ma quanti, a rischio della propria pelle o di quella altrui, la rispettano? Certamente non quei diportisti che con le loro imbarcazioni, ignorandoli, navigano abitualmente a poche decine dalla costa. E nemmeno tutti quei bagnanti che vanno alla ricerca delle spiaggette più nascoste nelle baie e nelle cale intorno a Punta Campanella, il promontorio caro alla dea Minerva che, protendendosi nel mare, divide il Golfo di Napoli da quello di Salerno. Ed infatti, anche a costo di pagare dai 3 ai 5 euro per un parcheggio temporaneo ma regolamente autorizzato fino al 30 ottobre prossimo - secondo una circolare della Prefettura di Napoli con la quale s’invitavano i sindaci dei comuni costieri a reperire aree accanto alle strade per risolvere il problema del traffico estivo verso i luoghi balneabili - le persone che cercano refrigerio all’eccezionale canicola estiva di quest’anno sono pronte ad ignorare che finiscono a fare il bagno proprio in uno specchio d’acqua sottostante un tratto di costone interdetto alla balneazione. È il caso della Cala di Mitigliano, una spiaggia libera a poca distanza da Punta Campanella, raggiungibile via mare oppure attraverso un sentiero che parte dall’antica via di Minerva, la stradina che dalla frazione Termini porta al complesso monumentale della torre saracena del 1300 costruita sui resti d’una villa romana di epoca imperiale, a sua volta edificata sulle rovine d’un tempio greco la cui sacralità era attribuita alla dea Minerva. È proprio questo sentiero che, dipartendosi da via Campanella, fa da parcheggio per la spiaggetta della cala di Mitigliano: ma qui, secondo i coniugi Maresca, conduttori del fondo di proprietà del titolare d’una telelibera di Napoli confinante con la spiaggia della Cala di Mitigliano, dei divieti di balneazione nemmeno l’ombra anche se presso il Comune il sindaco Leone Gargiulo afferma di aver dato le dovute disposizioni a personale, dirigenti e maestranze, dell’ufficio comunale per la manutenzione e la protezione civile. È evidente che qualcuno ha rimosso i divieti pur di godersi le chiare e fresche acque della Cala di Mitigliano, alle quali fino al 1950 anche le donne di Termini accedevano calandosi con una fune al termine d’un piccolo sentiero che terminava in un piccolo spiazzo a pochi metri a strapiombo quasi sul mare. Nota fin dall’epoca romana per la presenza d’una villa attribuita ad un centurione, Metello o Metellano, la piccola insenatura di sabbia, ciottoli e massi, in località di Mitigliano ha ospitato fino al 1500 l’abbazia benedettina di Santa Maria di Mitigliano di cui resta in piedi ancora la chiesa con molti rischi per la sua stabilità. La Cala di Mitigliano è stata da sempre la spiaggia della popolazione di Termini. (Gennaro Pappalardo il Mattino)
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