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mercoledì 4 agosto 2010

In nome dei Russo il tira e molla sugli incarichi

Regione Campania - Due signori Russo rischiano di far saltare il banco delle nomine Asl. Stesso cognome, storie professionali ben diverse che in questo agosto si sono andate a intrecciare nel grande valzer che si è scatenato intorno alla scelta dei vertici delle disastrate Aziende sanitarie campane. Il primo, Giovanni Russo, a balletti di questo genere è abituato. Demitiano di ferro, nella sua carriera ha accumulato molti incarichi e qualche grattacapo giudiziario, a partire da quando era ai vertici della vecchia Usl di Castellammare. La parabola dell´uomo di fiducia di De Mita, da sempre destinato ai posti che contano nella sanità regionale, subì un improvviso quanto inatteso stop nel 2000, quando l´allora assessore Teresa Armato, prima giunta di Antonio Bassolino, fece un netto taglio dei vecchi dirigenti. Su dieci ne vennero confermati soltanto un paio e tra loro non figurava il protetto dell´ex presidente del Consiglio. La decisione scatenò l´ira di Ciriaco De Mita che non gradì la scelta della Armato di negare la riconferma del suo pupillo. E sempre sul nome di Giovanni Russo iniziarono le prime “scintille” tra De Mita e Bassolino. La Armato fu costretta ad abdicare. La stella del manager tornò a brillare con l´avvento di Angelo Montemarano, assessore che consegnò a Giovanni Russo le chiavi dell´Asl 1 di Salerno. Appena diciotto mesi di gestione e un´altra grana: il nucleo di valutazione dei direttori sanitari lo bocciò ritenendolo non adeguato all´incarico per mancanza dei titoli necessari. Oggi Giovanni Russo è tornato protagonista dello scontro che si sta consumando tra l´Udc di De Mita e il governatore Stefano Caldoro che sembra non gradire la sua candidatura proprio all´Asl di Salerno. E puntualmente la cosa ha indispettito i demitiani che non hanno perso tempo nel porre il veto sull´altro Russo, Vittorio, l´uomo indicato da Caldoro per l´Asl Napoli Nord, ma ritenuto molto, troppo, vicino a Luigi Cesaro. Proprio su questa vicinanza l´Udc ha deciso di impuntarsi ponendo una sorta di “questione morale”. Secondo i centristi, infatti, Vittorio Russo non potrebbe guidare l´Asl: il territorio di competenza comprende infatti Sant´Antimo, comune del presidente della Provincia, dove la famiglia Cesaro gestisce un noto centro polidiagnostico che vive anche delle convenzioni con il sistema sanitario regionale. Ex primario del Cardarelli, Vittorio Russo dal 2003 è soprattutto presidente dell´Anpo, il potente sindacato dei primari ospedalieri. Laureato in Medicina, nel 1965, con una tesi sulle cause delle cardiopatie congenite, diventa primario nel 1982 e nel suo curriculum figura anche la nomina a presidente regionale della società scientifica Fadoi. Adesso anche lui è protagonista della battaglia dei Russo. Una battaglia che segna il destino di Caldoro presidente: la conferma dei Russo nelle Asl manderebbe a carte quarantotto quella discontinuità con la gestione della sanità del centrosinistra tanto ventilata in campagna elettorale. (di Antonio Di Costanzo da la Repubblica Napoli)

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