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martedì 5 ottobre 2010

Aldo Busi: "Il Pd? Non mi piace, puzza di sacrestia. Vendola troppo pretesco"

Dal Pd a Vendola, passando per Fini e il sindaco di Adro, lo scrittore Aldo Busi, intervistato a 'Otto e Mezzo' su La7, ne ha per tutti e non fa sconti a nessuno. Il Partito democratico "non mi piace per nulla: puzza di sacrestia''. E alla Gruber che gli ha chiesto di esprimere un parere su l governatore della Puglia Nichi Vendola, risponde: ''Non posso condividere l'entusiasmo nei suoi confronti, perché è troppo 'pretesco'. Con lui siamo alla riedizione di Don Camillo e Peppone - ha detto sorridendo - si mette l'orecchino, e non il crocifisso tra i peli del petto, ma questo non cambia nulla''. Lo scrittore lombardo, poi, ha usato anche un paradosso per 'svelare' la sua posizione politica:''Sono di sinistra -ha detto- se ci fosse una sinistra a parte la mia, ma purtroppo non c'è, perchè una volta che l'aspirazione al potere si realizza, diventano tutti di destra". "Il grande dramma della sinistra italiana - chiosa - è che e' sempre stata elitaria e all'apice non si è mai occupata delle masse. I comunisti nel nostro Paese sono stati solo un trapano per il clericalismo''. Busi poi critica duramente i simboli leghisti del Sole delle Alpi sui banchi di scuola di Adro. ''Un'opera di stupro. Si sta cercando di forgiare delle coscienze in erba''. ''Ad Adro - dice - bisognerebbe intervenire con l'esercito e bruciare quei banchi con i simboli della Lega, ma sia chiaro che andrebbe fatto lo stesso anche se ci fossero i simboli del PdL o del Pd''. E conclude: ''L'unico simbolo ammissibile in una scuola pubblica e in un tribunale e' la spirale del Dna umano". Giudizio più ragionato infine sulla vicenda Fini-Montecarlo. ''Aver dimostrato un'ingenuità sentimentale e una debolezza per una donna, mi ha reso Gianfranco Fini simpatico e caro a livello umano, ma inquietante a livello politico''. ''Se è caduto lì, cadrà anche altrove… - spiega Busi - e dopo questa vicenda, Fini non mi da' garanzia di un vero patriottismo''. Alla domanda su cosa avrebbe dovuto fare il Presidente della Camera, lo scrittore risponde: ''Se fosse stato quell'uomo politico che io mi auguravo fosse, per quanto lacerante per la sua vita intima, io mi sarei diviso da quella donna, malgrado l'amore per lei e per le due figlie, e avrei pensato allo Stato''. E conclude: ''L'educazione, anche quella politica, nasce sempre da un autocontrollo e l'autocontrollo proviene da una grande disciplina all'autoviolenza''. (Adnkronos/Ign)

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