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domenica 24 ottobre 2010

Pecoraro: «Io, crocefisso per i rifiuti. Bertolaso? Nessun rancore»

Non è più il leader dei Verdi, ma il professore Alfonso Pecoraro Scanio dell’Università Bicocca di Milano. L’ex ministro dell’Ambiente che ingaggiò un durissimo braccio di ferro con Guido Bertolaso, opponendo un secco no all’apertura della discarica di Valle della Masseria a Serre, oggi è titolare di un insegnamento del corso di laurea in Scienze del turismo. «Attraverso la mia attività di docente continua il mio impegno ecologista: mi occupo di ecoturismo, di energia solare, green economy e della mia fondazione. Molto meglio che fare politica». Perché? «Beh, sono stato crocefisso mediaticamente per aver fatto esclusivamente il mio dovere. Ma ora svolgo un’attività nuova che mi gratifica pienamente». Il governatore Caldoro ha detto che Bassolino è stato vittima e non colpevole delle precedenti emergenze rifiuti. È d’accordo? «Non riesco più a distinguere chi possa essere definito vittima o responsabile: la demonizzazione e il clima di rancore costringono il paese ad essere un’arena in permanente attività, un ring sul quale si litiga e ci si insulta ad ogni ora del giorno e della notte. Per quanto ho dovuto subìre così ingiustamente dovrei essere arrabbiatissimo, ma anche dopo gli scandali della Protezione civile non ho mai polemizzato con nessuno». Si è sentito crocefisso? «Certo, soltanto perché da ministro dell’Ambiente e, quindi, non avendo competenze dirette sull’emergenza rifiuti in Campania, decisi che l’unica cosa da fare per chiudere la fase straordinaria fosse quella di imporre la raccolta differenziata. A gennaio del 2007 proposi una cabina di regia gratuita, guidata dal generale Iucci, per archiviare il regime commissariale e concentrare ogni sforzo a sostegno della differenziata. E nell’aprile dello stesso anno, con l’ex ministro Nicolais, realizzammo una relazione tecnica per definire le migliori tecnologie sul riciclo e sullo smaltimento dei rifiuti. Queste due iniziative, assieme a quella che mi oppose all’apertura di una discarica in un terreno privato accanto ad un’oasi Wwf a Serre, furono la mia condanna. Evidentemente non esisteva una lobby così forte legata alla raccolta differenziata, ma solo ai mega-appalti per le discariche e la termovalorizzazione». Addirittura? «In nessun paese europeo avrebbero consentito di aprire una discarica in un parco nazionale o accanto ad un’oasi naturalistica. E io, per evitare l’ennesima procedura d’infrazione, mi opposi». A Bertolaso. «Non do giudizi. Io non ho mai avuto problemi personali con lui, ma solo una diversa valutazione sull’impiego delle aree protette. Insomma, non porto rancore. Poi, dalle inchieste è emerso quello che è emerso…». Cosa? «Beh, dalle intercettazioni emerge che avrebbe voluto ‘‘sputtanare’’ i tecnici del mio ministero. Forse è lui che ha avuto problemi personali con me. La mia, invece, fu solo l’affermazione legittima e argomentata di una posizione istituzionale». Ora Bertolaso deve affrontare la delicata situazione di Terzigno. «Che tristezza vedere quelle mamme, quelle famiglie, ribellarsi. E le forze dell’ordine costrette a intervenire. Mi ha tanto addolorato». Lei crede che dietro questa infinita emergenza rifiuti vi sia sempre e soltanto la camorra? «Gli interessi che si muovono dietro l’emergenza rifiuti sono solo in parte riconducibili alla criminalità organizzata. I megappalti attirano tutti: imprese potenti, lobby finanziarie. Io, di certo, non ho mai rincorso interessi personali». Eppure è stato coinvolto in un’inchiesta della procura di Potenza. «Tutto risolto, archiviato. Ma ci vorrebbe un’intervista ad hoc per parlarne. Meglio lasciar perdere». Dopo quindici anni siamo ancora qui ad affrontare l’emergenza rifiuti. Sarà anche banale come domanda, ma quando si perde il filo, dopo tanto tempo, è giusto tornare ad individuare le cause. Qual è la sua idea? «Io un’idea me la sono fatta e, purtroppo, amie spese: che si cercano puntualmente scorciatoie costose per ottenere soluzioni provvisorie. Vede, a Salerno dovrebbe essere realizzato un inceneritore. Ma De Luca ha capito, dopo aver ottenuto buone percentuali di differenziata, che forse non è più così indispensabile avere un impianto che bruci rifiuti. Ora mi chiedo: se vi è riuscita Salerno perché non si può provare anche altrove? Io non ho mai creduto al gigantismo del piano rifiuti campano». Cosa consiglierebbe a Caldoro, a Cesaro e alla Iervolino? «Di recuperare la relazione Iucci sulla differenziata e quella Nicolais sulle tecnologie garantite di smaltimento e riciclo». Pecoraro, Bertolaso è tornato. Lei tornerà in politica? «Non ci sono le condizioni. Non c’è il contesto politico. Oggi tutto si esaurisce nella trattativa sugli assessorati, sul consigliere che vuole visibilità. L’ho pure fatto per il passato, perché costretto dal ruolo. Ma ora preferisco altro e dare lo stesso una mano, un aiuto alle idee ecologiste. Si fa politica, e meglio, anche così». (di Angelo Agrippa da il Corriere del Mezzogiorno)

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