Tra i diversi indagati nell'ambito dell'inchiesta su un presunto giro di mazzette per coprire abusi edilizi, che stamattina ha portato all'esecuzione di 15 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di vigili urbani, tecnici comunali, politici e imprenditori di Torre del Greco (Napoli), risulta esserci anche il sindaco della città vesuviana, Ciro Borriello (Pdl). A darne conferma e' lo stesso primo cittadino. ''Ufficialmente - dice - non mi e' stato consegnato alcun avviso di garanzia, ma chi ha avuto modo di leggere le carte mi ha riferito che tra i 24 indagati figurerebbe anche il mio nome. Al momento ignoro anche le possibili ipotesi di reato contestatemi''. Sono 24 in tutto gli indagati a piede libero, 8 le persone arrestate (5 vigili urbani e 3 dipendenti del Comune), 7 quelle poste ai domiciliari: tra queste anche 2 consiglieri comunali, il presidente della Commissione consiliare sulla trasparenza, Antonio Donadio, ed il presidente della Commissione consiliare lavoro, Vincenzo Maida, padre dell'assessore alle Attività produttive del Comune di Torre del Greco, Domenico. Quattro, invece, le misure di divieto di soggiorno a Torre del Greco comminate dalla Procura di Torre Annunziata ed eseguite dagli agenti del commissariato di polizia di Torre del Greco. Tutto sarebbe scaturito - stando alle prime ricostruzioni - da una denuncia presentata dal comandante del corpo di polizia municipale su un'ispezione svolta dai vigili della sezione Antiabusivismo del Comune nella casa di uno dei 2 consiglieri comunali coinvolti nell'inchiesta. Sulla scorta di questa denuncia, grazie anche alle intercettazioni telefoniche e ambientali, si sarebbe appurata l'esistenza di un'associazione per delinquere composta da vigili urbani e tecnici comunali che, in cambio di mazzette, avrebbe coperto abusi edilizi perpetrati sul territorio di Torre del Greco, comune che fa parte della zona rossa del Vesuvio, quale a più alto rischio in caso di eruzione. (Ansa)
Nessun commento:
Posta un commento
La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.