Wikileaks, il sito fondato dall'australiano Julian Assange che ha messo in rete migliaia di documenti riservati della diplomazia di mezzo mondo, è su tutti i quotidiani. Julian Assange è un hacker, ha 39 anni e oltre a essere considerato dal Pentagono «un pericolo pubblico per gli Stati Uniti», è inseguito da un mandato d’arresto svedese. L’accusa è di avere violentato due donne. Addebito che Assange respinge parlando di complotto. Paladino delle libertà, mostro o entrambe le cose? Dopo aver chiesto inutilmente il passaporto svedese, ora l’enigmatico Assange, che potrebbe essere nascosto a Dubai e passa gran parte della sua vita in volo tra Londra, Stoccolma e Bruxelles, ha chiesto asilo in Svizzera. Wikileaks, invece, è un sito giornalistico, o più precisamente una organizzazione internazionale che riceve in modo anonimo documenti, soprattutto militari, coperti da segreto. I file vengono analizzati e messi in rete. La sede è sconosciuta. Il suo primo colpo lo ha battuto pubblicando il manuale militare utilizzato dagli americani nella prigione di Guantanamo, ma è stato con la pubblicazione di video e documenti secretati relativi agli interventi in Iraq che si è imposto all’attenzione mondiale. In particolare in un video messo in rete in aprile si vedeva un elicottero dell’esercito degli Stati Uniti sparare e ammazzare dodici civili a Baghdad, tra loro due giornalisti dell’agenzia giornalistica Reuters. Tre mesi più tardi WikiLeaks pubblicava altri 77 mila documenti interni dell’esercito americano sulla guerra in Afghanistan.
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