Sorrento - Un gemellaggio culturale tra la costiera sorrentina e Savona nel nome della tarsia, quello celebrato ieri, a Sorrento, tra il curatore del Muta, il Museo bottega della tarsia lignea, e l’associazione Renzo Aiolfi, con sede nella città ligure. A siglare l’intesa, con l’intervento del sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo, il curatore del Museo ospitato nel settecentesco Palazzo Pomarici Santomasi nel centro storico di Sorrento, Alessandro Fiorentino e Silvia Bottaro, presidente del sodalizio savonese che dal 2003 si occupa di beni culturali e salvaguardia del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico. «Il Muta ha progettato la realizzazione di una rete tra associazioni e musei che, a livello nazionale ed internazionale, sono impegnati nella salvaguardia e nella valorizzazione delle varie espressioni dell’artigianato artistico - spiega Sandro Fiorentino -. All’interno della rete, il modello di collaborazione sarà di volta in volta adattato non solo alle finalità perseguite dalle singole istituzioni, ma anche al contesto culturale nel quale le stesse operano. Il confronto consentirà di evidenziare le problematiche delle rispettive aree e le azioni intraprese per salvaguardare, oltre che la memoria, quanto resta delle attività tipiche dell’artigianato artistico locale». In questo modo, le varie istituzioni, trasferendo nella rete il proprio bagaglio culturale, si arricchiranno delle esperienze altrui e maggiori energie per promuovere programmi ed iniziative comuni. «Il progetto - aggiunge Sandro Fiorentino - nonostante la ricerca ed il coinvolgimento delle varie istituzioni sia in corso, entra con questa iniziativa nella fase di concretizzazione. Il gemellaggio con l’associazione Renzo Aiolfi, guidata da Silvia Bottaro, autrice di varie pubblicazioni sull’intarsio di Savona, è il primo passo nella realizzazione della rete». A Savona l’arte della tarsia ebbe nell’Ottocento un notevole sviluppo, soprattutto nella decorazione di tavoli e mobili. I fratelli Vincenzo e Tommaso Garassini, Giuseppe Bertolotto e Ignazio Scotto, furono i maestri intarsiatori più rappresentativi della produzione artistica locale che si concluse, agli inizi del Novecento, in assenza di una nuova generazione di intarsiatori ed a seguito delle trasformazioni del mercato. «Il gemellaggio - conclude Fiorentino - attua la collaborazione tra due realtà, quella savonese e sorrentina, che ebbero già modo di confrontarsi attraverso i rapporti avuti da Francesco Grandi, direttore della Scuola d’Arte di Sorrento, con esponenti dell’intarsio della città ligure come Garassini e Giulio Monteverde». (Luigi D'Alise il Mattino)
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