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giovedì 11 novembre 2010

E in città Piccolo scalza i bassoliniani

Direzione incandescente, bassoliniani spaccati, ex Ds ormai specie protetta. Chi ha a Napoli il partito in mano? Un nome c’è su tutti ed è quello di Salvatore Piccolo. Un democristiano vero, che ha fatto della mediazione ( pure col diavolo) un’arte. E sarà per capacità personale, sarà per abbandono del campo, sarà anche per le continue guerre tra ex comunisti, nel giro di pochi anni, senza Ciriaco De Mita ad ostacolarlo, è il vero deus ex machina delle ultime operazioni politiche targate Pd. A cominciare dalla candidatura di Enzo De Luca alle regionali. All’epoca l’opposizione del governatore ancora in carica era fortissima e Roma, per togliersi dai piedi gli ingombranti Bassolino e De Luca in un colpo solo, avanzò la candidatura del giovane segretario regionale Enzo Amendola. De Luca anticipò i tempi, regista Piccolo. E tutto sommato la sconfitta per il centrosinistra, soprattutto nella città di Napoli, non fu sonora. Due sono i punti di scarto tra le due coalizioni. Al netto dell’Udc, che il moderato Piccolo non ha mai corteggiato diversamente da altri colleghi di partito. Perché? Visione politica certo, ma anche parecchia ruggine tra lui e il leader di Nusco. Sempre su posizioni avverse. Nella Dc, uno a sinistra l’altro a destra, nel Ppi, Piccolo con Castagnetti, De Mita con Zecchino, nel Pd, l’ex presidente della Provincia si candidò alla segreteria regionale contro Tino Iannuzzi candidato di Bassolino e De Mita. L’ex presidente del Consiglio si dice lo abbia definito «l’intellettuale di Brusciano», Piccolo di rimando ad un convegno: «Ciriaco confondi la lealtà con l’ubbidienza». Alla segreteria provinciale il listone Piccolo ha vinto con Nicola Tremante e gli attuali amministratori locali ancora in forza al centrosinistra sono per lo più tutti della sua corrente. Per ora gli ex Ds mugugnano soltanto. (di S.B. da il Corriere del Mezzogiorno)

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