Pagine

martedì 9 novembre 2010

La macchina dello Share

Sono stati 7 milioni e seicentomila gli italiani che ieri sera hanno visto la puntata d'esordio di Vieni via con me, il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano che, con ospiti Nichi Vendola, Roberto Benigni e Claudio Abbado, in prima serata su RaiTre, ha raggiunto il 25.48 per cento di share. Il programma è stato visto da 7.622.677 spettatori e ha registrato anche 18.019.000 contatti con una permanenza record del 42.30 per cento. «Da un po’ di tempo vivo come una sorta di ossessione, che riguarda la macchina del fango, il meccanismo che arriva a diffamare una persona»: per questo «la democrazia è in pericolo» è l’allarme lanciato da Roberto Saviano. Il leader di Sinistra e libertà, Nichi Vendola, ha invece letto l’elenco dei diversi modi per definire gli omosessuali. Poi, l’incursione di Roberto Benigni, con un’inarrestabile serie di gag sul caso Ruby e sul premier Berlusconi. «Dice che c’è un premier che è stato con una minorenne marocchina, ma per ragioni d’età non è stata resa nota l’identità del premier». Poi ancora su Ruby: «Berlusconi ha detto che la vicenda è stata una vendetta dalla mafia. La mafia una volta ti ammazzava, ora invece ti manda due escort in bagno... ». Il maestro Abbado ha invece criticato i tagli alla cultura. L'indice di gradimento non premia Articolotre: la trasmissione di approfondimento è stata chiusa per scarsi ascolti. Il 4% di share nelle prime quattro puntate - la media rete è di circa il 9% - ha fatto saltare sulla sedia la direzione generale. Troppe le 31 puntate previste per tirare a campare. Maria Luisa Busi incassa il colpo e replica. “Rinuncio a malincuore ma come ha detto bene Saviano, è difficile fare un programma sui temi dei diritti e delle disuguaglianze.” RaiTre è una tv pubblica e di servizio e certe trasmissioni, indipendentemente dallo share, ci devono stare, forse alla Busi andava dato un po’ di tempo in più.

Nessun commento:

Posta un commento

La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.