Che l'emergenza rifiuti in Campania stesse cambiando la percezione del territorio e dei propri diritti di cittadino lo si era capito. Una nuova coscienza ha invaso tutti gli abitanti dei comuni vesuviani, che hanno ben capito la gravità delle discariche e delle conseguenze da esse recate in un posto, quale quello del Parco Nazionale del Vesuvio, che dovrebbe essere protetto come patrimonio ambientale dell'umanità e non essere utilizzato come discarica a cielo aperto. La natura accusa il colpo dell'emergenza rifiuti: l'esempio lampatante è il limone che vedete nella foto allegata all'articolo, che praticamente è un limone mutante: un agrume, cioè, che non si è sviluppato come natura voleva e che si è modificato dal punto di vista genetico, fino ad assumere fattezze insolite. Dal vivo di certo non sembra un limone, come viene classicamente inteso: non ha odore acre, ne il colore giallo vivo come quello dei limoni appena raccolti. Eppure questo agrume è stato colto da un albero di limoni di un frutteto di Terzigno, a pochi metri di distanza dalla discarica di Cava-Sari. L'amorfo e deforme limone è stato oggetto di un convegno organizzato nella sala Consilare di Terzigno, con la presenza dell'Associazione Medici per l'Ambiente che ha discusso dei rischi e delle malattie che possono derivare dall'inquinamento e dalle discariche situate vicino a centri abitati e terre coltivate. Secondo i membri anti-discarica, questo ''aborto di limone'' è "la prova inconfutabile e terribile della natura che si ribella, che non accetta compromessi, non si fa comprare dal vile denaro, cerca di sopravvivere al suo nemico, l'uomo". (Daniela Caruso Ciao People Magazine)
HEI, CALMINI!
RispondiEliminaSi tratta solo soltanto e semplicemente dell'
"Acaro delle meraviglie" (Eriophyes sheldoni).
È un piccolo insettino (acaro eriofide) che vive principalmente sulle piante di limone, ma può attaccare anche arancio amaro, mandarino, pompelmo e cedro.
È +- diffuSo e presente in tutte le zone agrumicole (anche zona vico-sorrento), x cui, prima di gridare "al lupo, al lupo" si dovrebbe:
1.quantificare la frequenza di diffusione
2.verificare se eccessivamente elevata e differente dalla media delle zone agrumicole costiere
3.accertare l'esistenza di una correlazione diretta causa/effetto
motivo per il quale torno a dire: CALMINI!!!
RAFFAELE STARACE