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mercoledì 10 novembre 2010

«Non andrei mai alle feste ad Arcore Silvio è il male e poi non ho il tubino»

Onorevole Bindi, un tubino nero ce l’ha? «Perché me lo chiede?». Senza non può andare, come le chiede Benigni, alle feste di Berlusconi. «Ah, ma io non ci vado». Nemmeno per il salvare il Pd? «Il Pd si salva da sè. E poi, come dice Bersani, fra poco diventerà il primo partito italiano». Quindi può fare a meno di andare a quelle feste? «Ma, ripeto, ad Arcore non ci sarei andata comunque». Ma glielo ha chiesto Benigni. «Sì, ma lui non intendeva che io mi presentassi alle feste di Berlusconi». Ma che gli facesse la festa, politicamente parlando? «Beh, sì. E per quello non c’è nemmeno da aspettare poi molto. La fine politica di Berlusconi è ormai nei fatti». Ci sarà presto la crisi di governo? «Perché ”ci sarà”? La crisi è già in atto. Non passa giorno che il governo non vada sotto. È successo anche oggi (ieri per chi legge ndr). E io ne sono contenta». Lei presiedeva la seduta. Una giornata faticosa? «Sono stanca, ma soddisfatta. Una votazione al giorno in cui il governo va sotto ci toglie il male di torno» Addirittura il male? «Beh, sì. Non c’è altra definizione per Berlusconi e per quel che lui rappresenta». Insomma non andrebbe ad Arcore, perché Berlusconi è il male? «Intanto, non mi vedo in tubino nero. Ma non ci andrei nemmeno per una riunione politica». Perché? «Per parlare di politica preferisco le sedi istituzionali. Non la casa di Berlusconi che mescola feste e politica. Anche a palazzo Grazioli, ed è più grave perché è sede istituzionale. E non ci andrei perché non sarei a mio agio». Di che ha paura? «Di una trappola». Comunque è nei pensieri di Berlusconi: l’ha attaccata tante volte, come lui dice, simpaticamente. «Il perché ce lo siamo chiesti in tanti, non solo io». E la risposta è stata? «Che io, come tante donne e tanti uomini, sono indisponibile, politicamente intendo: non sopporta che ci possa essere qualcuno che dica di no a lui che è ricco e potente». Dice che il governo è alla frutta, ma il colpo di grazia, se ci sarà, arriverà da Fini, non certo dalle opposizioni. «E non poteva essere altrimenti. Per il gioco della democrazia doveva comunque essere un partito della maggioranza a metterlo in crisi. Questo non vuol dire che l’opposizione sia stata alla finestra. Senza la nostra quotidiana battaglia Fini non avrebbe preso coscienza che anche i suoi valori sono stati calpestati assieme a quelli del Paese. L’Italia è migliore di come la rappresenta Berlusconi». (Raffaele Indolfi il Mattino)

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