Meta - Un intero paese sul piede di guerra per i continui ed indiscriminati episodi di inefficienza postale che da ben quattro mesi stanno colpendo cittadini e contribuenti che oramai non ricevono quasi del tutto posta ordinaria, bollette enel, telefoniche, avvisi di pagamento, riscossione tasse. Al danno si aggiunge la beffa perché solo ultimamente centinaia di persone stanno ricevendo i solleciti di pagamento per bollette scadute nel periodo compreso tra settembre ed ottobre e mai consegnate da impiegati di servizio che di fatto non esistono. Oltre alla continua disorganizzazione per una piccola percentuale di materiale postale che benché consegnato lo è nei confronti di omonimi che risiedono in strade e località del territorio del tutto diverse da quelle riportate sull’indirizzo dell’effettivo destinatario. Si è persa notizia anche della posta a mezzo raccomandata, in alcuni casi diversi cittadini hanno misteriosamente rinvenuto nella propria buca postale avvisi di giacenza con date antecedenti e riportanti le scritte in colore blu per la data di consegna, colore rosso per l’ufficio postale di ritiro, colore nero per i numeri di una sfilza di raccomandate da ritirare e di fatto mai consegnate, il tutto su cartoline postali compilate nello stesso giorno, dalla stessa mano e con tre penne diverse con un meccanismo che concede spazio a curiosi sospetti. Altri, invece, pur trovandosi in casa, hanno trovato il giorno stesso nella cassetta postale avvisi di ritiro per raccomandate che sarebbero dovute essere consegnate personalmente al destinatario che al contrario dovrà attendere almeno un giorno per recarsi di persona allo sportello dell’ufficio postale per il ritiro con inutile perdita di tempo. Un caos esasperante paradossalmente supportato anche dalla Corte di Cassazione che con diverse sentenze della sezione penale tutela i diritti dei portalettere a scapito dei contribuenti costretti a pagare more ed interessi per comunicazioni giunte con oltre un mese di ritardo. Secondo la Corte di Cassazione, infatti, si può giustamente sporgere reclamo presso l’ufficio postale di competenza, sul quale ricadono comunque le responsabilità civili dell’inefficienza del servizio, ma senza sferrare attacchi alla sfera morale. I cittadini possono lamentarsi del mancato funzionamento di un servizio pubblico ma senza eccedere nel diritto di critica addebitando l’inefficienza alla malafede del portalettere che se appena assunto può incappare in qualche errore di consegna. Nel caso specifico che da mesi attanaglia il comune metese costringendo i cittadini a lunghe file all’ufficio postale per ritirare di persona la posta si dimentica però che se la consegna non avviene nei confronti del destinatario, la corrispondenza deve fare ritorno al mittente e non, come invece avviene da mesi, essere inserita nella buca postale di soggetti diversi. Pertanto i cittadini che non ricevono la posta sono invitati a tollerare perché in caso contrario rischiano addirittura la condanna per diffamazione. (di Vincenzo Maresca il Giornale di Napoli)
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