Ricostruita la dinamica: sei coltellate inferte a casa della fidanzata dal suo ex, che ha poi tentato la fuga
Massa Lubrense - La salma di Luigi Spasiano potrebbe arrivare in Italia tra una decina di giorni, nonostante sia già stata effettuata l’autopsia e accelerate le formalità burocratiche per il rimpatrio. Su questo fronte si concentrano l’attesa della famiglia e l’impegno del senatore Raffaele Lauro, in contatto costante con la Farnesina, attraverso il sottosegretario agli Esteri Enzo Scotti e l’ambasciatore Emanuele Pignatelli. In Ecuador seguono la vicenda il console onorario italiano e i funzionari della delegazione locale della Msc. Il supporto logistico in Sudamerica della compagnia dell’armatore sorrentino Gianluigi Aponte, con la quale è imbarcato come cuoco Salvatore, fratello di Luigi Spasiano, potrebbe risultare decisivo per ridurre ulteriormente i tempi di attesa per il rimpatrio del corpo dello chef di Massa Lubrense, ucciso a Natale in un piccolo paese dell’Ecuador dall’ex fidanzato della sua ragazza, conosciuta tre mesi fa durante un’altra breve vacanza a Quito. Luigi Spasiano, originario di Sant’Agata sui due Golfi, che avrebbe compiuto 35 anni il giorno dopo l’agguato, lavorava al ristorante Sorrento di Toronto, in Canada, di proprietà di Nino Cioffi, giovane imprenditore turistico della costiera. Filtrano, intanto, altri particolari sulle circostanze che hanno determinato la tragedia. L’autore dell’omicidio è stato arrestato poco dopo l’agguato grazie alla collaborazione della giovane donna che era in compagnia del cuoco, impiegata al ministero degli esteri ecuadoregno, e dei suoi fratelli, in servizio nel corpo di polizia locale. Luigi Spasiano è stato accoltellato a casa della ragazza. A scatenare la furia omicida del suo aggressore, che gli ha inferto almeno sei coltellate, sarebbe la stata la gelosia. Luigi Spasiano, un intenso curriculum professionale arricchito da esperienze lavorative negli Stati Uniti, in Germania, Francia e in importanti locali della penisola sorrentina, dal mese di aprile 2009 era l’executive chef del ristorante Sorrento di Toronto. Apprezzato anche per le sue apparizioni televisive, giovedì scorso aveva lasciato il Canada per trascorre tre giorni di vacanza in Ecuador, dove lo aspettava la fidanzata. Insieme dovevano festeggiare Natale ed il suo compleanno. È stato assassinato, invece, il giorno di Natale, lasciando commozione e dolore nella famiglia che risiede a Sant’Agata sui due Golfi. Ad avvertire le autorità locali dell’agguato è stata la stessa fidanzata. Le condizioni di Luigi Spasiano sono apparse subito gravissime tant'è che è morto pochi minuti dopo il ricovero in ospedale. Ad allertare le autorità italiane la sera di Natale, invece, è stato il patron del ristorante canadese, Nino Cioffi, al quale sono giunti in queste ore numerosi attestati di stima nei confronti del giovane cuoco. «Un ragazzo affettuoso – sottolinea Cioffi dal suo locale in Nordamerica -, sempre pronto a qualsiasi sfida pur di migliorarsi. Molto professionale anche nei rapporti con lo staff al quale ha insegnato e trasmesso la sua passione per la cucina. La perdita subita è per noi motivo di dolore e di sincera commozione». (Antonino Siniscalchi il Mattino)
Massa Lubrense - La salma di Luigi Spasiano potrebbe arrivare in Italia tra una decina di giorni, nonostante sia già stata effettuata l’autopsia e accelerate le formalità burocratiche per il rimpatrio. Su questo fronte si concentrano l’attesa della famiglia e l’impegno del senatore Raffaele Lauro, in contatto costante con la Farnesina, attraverso il sottosegretario agli Esteri Enzo Scotti e l’ambasciatore Emanuele Pignatelli. In Ecuador seguono la vicenda il console onorario italiano e i funzionari della delegazione locale della Msc. Il supporto logistico in Sudamerica della compagnia dell’armatore sorrentino Gianluigi Aponte, con la quale è imbarcato come cuoco Salvatore, fratello di Luigi Spasiano, potrebbe risultare decisivo per ridurre ulteriormente i tempi di attesa per il rimpatrio del corpo dello chef di Massa Lubrense, ucciso a Natale in un piccolo paese dell’Ecuador dall’ex fidanzato della sua ragazza, conosciuta tre mesi fa durante un’altra breve vacanza a Quito. Luigi Spasiano, originario di Sant’Agata sui due Golfi, che avrebbe compiuto 35 anni il giorno dopo l’agguato, lavorava al ristorante Sorrento di Toronto, in Canada, di proprietà di Nino Cioffi, giovane imprenditore turistico della costiera. Filtrano, intanto, altri particolari sulle circostanze che hanno determinato la tragedia. L’autore dell’omicidio è stato arrestato poco dopo l’agguato grazie alla collaborazione della giovane donna che era in compagnia del cuoco, impiegata al ministero degli esteri ecuadoregno, e dei suoi fratelli, in servizio nel corpo di polizia locale. Luigi Spasiano è stato accoltellato a casa della ragazza. A scatenare la furia omicida del suo aggressore, che gli ha inferto almeno sei coltellate, sarebbe la stata la gelosia. Luigi Spasiano, un intenso curriculum professionale arricchito da esperienze lavorative negli Stati Uniti, in Germania, Francia e in importanti locali della penisola sorrentina, dal mese di aprile 2009 era l’executive chef del ristorante Sorrento di Toronto. Apprezzato anche per le sue apparizioni televisive, giovedì scorso aveva lasciato il Canada per trascorre tre giorni di vacanza in Ecuador, dove lo aspettava la fidanzata. Insieme dovevano festeggiare Natale ed il suo compleanno. È stato assassinato, invece, il giorno di Natale, lasciando commozione e dolore nella famiglia che risiede a Sant’Agata sui due Golfi. Ad avvertire le autorità locali dell’agguato è stata la stessa fidanzata. Le condizioni di Luigi Spasiano sono apparse subito gravissime tant'è che è morto pochi minuti dopo il ricovero in ospedale. Ad allertare le autorità italiane la sera di Natale, invece, è stato il patron del ristorante canadese, Nino Cioffi, al quale sono giunti in queste ore numerosi attestati di stima nei confronti del giovane cuoco. «Un ragazzo affettuoso – sottolinea Cioffi dal suo locale in Nordamerica -, sempre pronto a qualsiasi sfida pur di migliorarsi. Molto professionale anche nei rapporti con lo staff al quale ha insegnato e trasmesso la sua passione per la cucina. La perdita subita è per noi motivo di dolore e di sincera commozione». (Antonino Siniscalchi il Mattino)
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