Caro Segretario, siamo due giovani democratici che, tra un’influenza e l’altra, si sono trovati a commentare con sgomento la sua intervista comparsa venerdì su Repubblica e quella di sabato rilasciata all’Unità. Noi capiamo la situazione di emergenza in cui si trova il paese e non vogliamo essere “schizzinosi”: semplicemente non ci fidiamo di chi ha contribuito con le sue scelte politiche a consegnare il paese in mano a Berlusconi portandoci sull’orlo del baratro in cui siamo ora. Ci fidiamo di lei però e vorremmo chiederle di essere accorto: prima il PD faccia scelte programmatiche chiare e forti per il paese, poi proponga le alleanze. Siamo così sicuri che chi è stato sodale di Berlusconi in passato sia così disponibile ad accettare la nostra linea? Che prezzo dovremmo pagare per questa alleanza? Forse quello di rinunciare alla nostra storia, quella di un partito che raccoglie la migliore tradizione democratica italiana? Non ci faccia questo, segretario, non ci costringa a non votare più il partito che abbiamo scelto di contribuire a costruire, per il quale in questi mesi abbiamo fatto il Porta a Porta sotto la pioggia, che abbiamo difeso nei dibattiti con i nostri coetanei cercando di spiegare, cercando di essere noi la risposta all’assalto mediatico di cui siamo vittime da anni, per il quale siamo venuti a Roma solo una settimana fa svegliandoci nel cuore della notte, non ci privi anche lei della speranza di poter lavorare per cambiare questa Italia, ci lasci il PD come spazio per farlo. Per una volta voi, che siete i nostri dirigenti, ascoltateci: ascoltate noi che dobbiamo votarvi, dateci retta e noi vi stupiremo: vi faremo finalmente vincere. Vinceremo tutti insieme, ma solo con tutti gli altri partiti che condividono le nostre radici e i nostri valori e la strada che il PD deciderà di tracciare. Questi anni sono stati duri per il popolo del centro sinistra, sono stati duri e bui soprattutto per noi giovani, da quando voi avete scelto di inseguire una chimera centrista ci siamo indeboliti sempre di più, e i primi a pagarne le spese siamo stati proprio noi che andiamo ancora in scuole malfunzionanti o in università distrutte, noi che non troviamo casa, lavoro, noi che siamo senza i diritti fondamentali. Noi che abbiamo assistito all’esclusione dal parlamento di quelle forze che avevano le nostre stesse radici a favore di personaggi che, al momento opportuno, hanno pugnalato il partito che li ha candidati e gli elettori che li hanno votati. Noi adesso vi chiediamo di cambiare strategia.: lo chiediamo a voi perché siamo perfettamente coscienti del fatto che il PD sia l’unico partito che potrebbe davvero vincere, se solo riuscisse a ritrovare la giusta voglia di vincere, senza tatticismi esasperati, senza arrampicarsi sugli specchi, senza cercare alchimie che è impossibile trovare. Con Fini e Casini il PD non vince, perché non è quello il suo posto. Il suo posto è in un centro - sinistra democratico, lo stesso posto in cui si trovano i suoi elettori. Pensateci, in fondo non avete nulla da perdere: perché fino ad ora percorrendo questa strada è andata sempre peggio, cambiando radicalmente strategia può solo migliorare. Fidatevi di noi, fidatevi del vostro popolo, prendete coraggio e, siamo sicuri che alle prossime elezioni noi vi stupiremo e potremo finalmente festeggiare insieme la fine di questo incubo. (Enrico Procopio e Cecilia Alessandrini da L’Unità)
condivido in pieno questa analisi e vi dico bravi, cento volte, ma, mi chiedo da tempo, cosa spinge Bersani e compagni a tentare questo abbraccio? lui e gli altri dirigenti ci potrebbero far comprendere un po' meglio cosa hanno in testa per il futuro del PD? Grazie.
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