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venerdì 17 dicembre 2010

Pompei, nove indagati per crolli

Nove avvisi di garanzia per i crolli di Pompei con l'ipotesi di disastro colposo per i crolli a novembre della Schola Armaturarum e della casa del Moralista. L'inchiesta, e' affidata ai carabinieri su delega della Procura di Torre Annunziata. Tra i nove indagati ci sarebbero l'ex soprintendente Pietro Giovanni Guzzo, il direttore degli scavi Antonio Varone e altri responsabili dei lavori fatti - nella gestione precedente al commissariamento voluto dal ministro per i Beni culturali Sandro Bondi - per la manutenzione del tetto della Schola Armaturarum. L'incidente probatorio potrebbe tenersi il 20 dicembre. Corre l'obbligo di registrare che, all'indomani delle frane, organizzazioni come la Uil beni culturali avevano ravvisato (e messo per iscritto) negli interventi condotti dal commissario Fiori una possibile causa delle frane. La Guardia di finanza indaga invece sui milioni spesi per quei lavori. Il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata Diego Marmo si e' limitato a confermare la notizia precisando di non poter fornire ulteriori informazioni anche perche' non tutti i provvedimenti al momento risulterebbero notificati. L'ipotesi di reato formulata dai magistrati e' di crollo colposo. Gli avvisi sarebbero stati emessi in vista del conferire a un consulente tecnico l'incarico per accertare la causa dei crolli. Il procuratore Marmo ha escluso che sia stato fissato un incidente probatorio. Gli avvisi di garanzia emessi dagli inquirenti per i crolli di Pompei riguarderebbero anche Paola Rispoli (architetto restauratore della soprintendenza), Aldo Borriello (tecnico), Valerio Papaccio (architetto capo dell'ufficio tecnico), Maria Grazia Del Greco (ex funzionario), Anna Maria Caccavo (rappresentante della ditta che ha fatto i lavori). ''Non ne so niente, in questo momento sono a Milano e prima di pronunciarmi preferisco avere altre informazioni'', ha risposto all'agenzia Ansa l'ex sovrintendente e archeologo Guzzo. Il direttore degli scavi Varone attraverso l'ufficio stampa della sovrintendenza fa sapere di non voler commentare il provvedimento. (da L’Unità)

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