Sorrento - Negli ultimi anni si stanno formando vere e proprie holding specializzate nella clonazione di carte di credito e bancomat. Organizzazioni criminali che sfruttano tutte le più recenti tecnologie per riuscire a carpire dati anagrafici e codici segreti da sfruttare per prelievi agli sportelli automatici e pagamenti. È di ieri la notizia delle 30 ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite dai carabinieri della compagnia di Sorrento nei confronti di altrettanti cittadini rumeni accusati di associazione per delinquere finalizzata alla clonazione e all’indebito utilizzo di carte di credito e di bancomat. Nel corso di indagini coordinate dalla procura di Torre Annunziata, i militari dell’Arma hanno accertato che il gruppo di rumeni si era specializzato nel copiare le bande magnetiche di carte di credito e bancomat utilizzando skimmer e microtelecamere applicati ai distributori bancomat di vari istituti di credito. Durante l’indagine è stato quantificato un danno patrimoniale di 1,5 milioni di euro. Ma come si muovono i titolari di esercizi commerciali per prevenire l’utilizzo fraudolento di questi sempre più diffusi mezzi di pagamento? «Ai nostri associati – spiega Monica Savarese, presidente di Confesercenti Sorrento – consigliamo sempre di accertarsi dell’identità di chi utilizza carte di credito o bancomat, chiedendo l’esibizione di un documento di riconoscimento, una pratica che purtroppo noi commercianti del Sud non sempre attuiamo, così come è importante verificare la corrispondenza della firma. È necessario anche essere sospettosi – aggiunge Monica Savarese – in caso di spese abnormi ed eventualmente telefonare ai numeri dei servizi dedicati dalle società emittenti agli esercenti per ottenere l’autorizzazione preventiva, anche se in molti casi è proprio la banca che ha concesso in comodato l’apparecchio Pos a contattare i commercianti subito dopo l’acquisto per verificare che una transazione dall’importo inusuale sia regolare». I commercianti, nella maggior parte dei casi, ricevono comunque il pagamento del corrispettivo, perché anche se la carta utilizzata è stata clonata, le società che forniscono i Pos sono assicurate contro questi eventuali rischi. La faccenda diventa più complessa per i titolari delle carte che si vedono addebitare importi per spese mai effettuate. «Se dalla verifica degli estratti conto – chiarisce l’avvocato Antonino Fiondo dell’Associazione tutela consumatori penisola sorrentina – ci rendiamo conto della presenza di voci di spesa che siamo certi di non aver effettuato, bisogna immediatamente contestare per iscritto il fatto alla propria banca e presentare formale denuncia alle autorità competenti». E per il recupero delle somme che ci vengono addebitate? «I maggiori circuiti emittenti carte di credito e bancomat – precisa il legale - in genere sono assicurati, per cui provvedono al rimborso delle cifre che ci sono state addebitate per l’uso fraudolento delle carte. In altri casi, invece, le società si rifiutano di risarcire il cliente perché asseriscono che i codici segreti sono stati forniti di propria volontà. In questi giorni sto seguendo proprio un paio di questi casi per spese effettuate in Romania da persone che non hanno mai avuto contatti con quel paese e che la società non vuole risarcire». Chissà se non rientra proprio tra i casi emersi dalle indagini dei carabinieri? (Fonte: Massimiliano D’Esposito da il Mattino)
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