Tra il 3 e il 4 febbraio del 1991, nei padiglioni della Fiera di Rimini, si sciolse, a 70 anni di età, il Pci. Fu battezzato un nuovo partito, il Pds, che però, appena nato, rimase senza testa: Achille Occhetto, l’artefice della svolta, non poté essere eletto segretario perché alla votazione partecipò meno del 50 per cento dei delegati del «parlamentino». Lui, Occhetto, se la prese assai… Fabio Martini su “La Stampa” ricostruisce l’ultima notte dei comunisti. Il flop di Occhetto fu preceduto - e dunque determinato - da piccoli tranelli, vanità personali, trucchi invisibili. Una serie di vizi che, almeno quelli, non avevano appartenuto alla storia, rigida ma composta, del Pci e si iniziarono a manifestare proprio in quelle ore, anticipando una trasfigurazione, quasi antropologica, che avrebbe segnato la vita dei partiti filiati dal Pci: il Pds, i Ds e infine il Pd.
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