Vico Equense - Sulla faccenda del nuovo polo ospedaliero della Penisola Sorrentina molte sono le cose comprensibili e condivisibili, ma altrettante da chiarire e condividere. Alla conferenza istituzionale "Prospettive della programmazione sanitaria a medio-lungo termine della Penisola Sorrentina", tenutosi in quel di Sorrento domenica 23 gennaio scorso, per Vico ero presente personalmente e sono intervenuto a nome del maggioranza e della Amministrazione. Le cose chiare e anche molto chiare a parer mio sono: che la sanità in Campania non è in grado di sopravvivere economicamente senza essere riformata o, come si dice con un termine dal significato neologistico, “ristrutturata”; che da noi in penisola sorrentina non sono pertanto ipotizzabili ulteriori investimenti multipli su più presidi vanamente onnicomprensivi come gli ospedali di Vico e Sorrento, che da necessità se ne deve fare virtù e che sarebbe sempre bene ricordare il perche’ siamo arrivati a tanto. In verità da tempo immemorabile, anni 85-87, ricordo il dibattito sempre molto acceso tra gli amministratori pubblici peninsulari, molto permeato dall’ombra del campanile, su una ricercata ottimizzazione per superare gli ospedali fotocopia , sempre scarsi di mezzi e di personale, oltre che necessariamente livellati nella media della qualità delle prestazioni. Allora una quadra si tentò di trovarla tramite il concetto di “specializzazione” per cui si pensava di distribuire i servizi sul territorio e quindi di “specializzare” i vari ospedali cosicché da renderli più efficienti e di alto livello. Tale soluzione comunque trovava freddo Sorrento che lamentava una possibile ricaduta sulla offerta turistica e trovava resistenze formidabili nella classe medica allora molto influente sulla politica. Poi i lunghissimi anni post tangentopoli e della gestione conservativa e sempre più dispendiosa della sanità campana. Adesso sembra, che almeno a livello di Sindaci, una quadra è stata concordata. La proposta di medio e lungo termine è quella di un polo ospedaliero unico baricentrico territorialmente in cui concentrare tutte le specialità ottimizzando “naturalmente” il servizio ai cittadini. Messa così potrebbe anche sembrare l’uovo di Colombo, ma invece scaturiscono le cose non chiare e da condividere. Per esempio, che fine faranno gli ospedali esistenti, e soprattutto quello di Vico Equense che come struttura è da considerarsi eccellente? Che fine faranno i presidi di poliambulatorio sul territorio? Saranno conservati puntuali presidi di pronto soccorso storicamente esistenti sul territorio? Ma soprattutto, quali saranno i vantaggi per i cittadini che necessariamente dovranno godere di una miglioria tangibile e rilevante nel servizio ricevuto tanto da dimenticare la “perdita” sul territorio? Di questi temi e del loro dispiegarsi nel progetto di una nuova sanità Sorrentina bisognerà parlarne a fondo. Noi come maggioranza e come consiglieri responsabili non diciamo di “no” ma diciamo “anche”, ovvero: sì alla razionalizzazione, ma anche alla miglioria dei servizi, Sì al nuovo polo unico sul territorio, ma anche ai servizi di prossimità, sì al grande ospedale ma anche al pronto soccorso e ai poliambulatorii sul territorio, sì all’intervento dei privati ma anche la necessità del pubblico nei servizi essenziali, sì al nuovo ma anche a migliorare, nel frattempo, quello che funziona. Insomma abbiamo necessità di trovare i motivi positivi e di convincimento di un progetto strategico che si dispiegherà per decenni, e di trasferire queste convinzioni ai cittadini. Solo così la necessità potrà essere anche virtù e le resistenze corporative potranno essere superate. (consigliere comunale Antonio di Martino)
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