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mercoledì 1 giugno 2011

De Giovanni: «Questa città ormai è persa La sinistra non esiste più»

Fonte: di Ettore Maria Colombo da il Riformista

«La sinistra, a Napoli, non esiste più. Forse risorgerà, un domani, ma per ora, è stata spazzata via. L’elezione a sindaco di un populista demagogo come De Magistris di certo non aiuta. Vedremo». Biagio De Giovanni, storico esponente di un Pci riformista, illuminista e migliorista che ha fatto la storia, a Napoli e fuori di Napoli, non vorrebbe parlare, ancora, e di nuovo, sul voto nella sua città. Lo ha fatto sul Riformista, prima del primo turno, attaccando la scelta di puntare sul prefetto Mario Morcone («Morcone chi?», ci rispose), ma annunciando anche che avrebbe considerato la vittoria dell’ex pm dell’Idv «una vera iattura». Poi, l’altro giorno, prima ancora che si chiudessero le urne, De Giovanni, ha parlato, di elezioni, al Messaggero: «La borghesia fa le città e a Napoli non esiste più», ha detto. Professore, De Magistris ha vinto. E lei non è affatto contento. «Si, è vero, ha vinto. A Napoli si è sviluppata un’ondata di follia popolare che ha visto in lui il salvatore della patria, un nuovo Masaniello, forse anche san Gennaro. Una massa informe di gente dove non esiste più borghesia o ceti popolari, né indicazioni politiche, sociali, economiche, ma solo la virtù salvifica di chi, da solo, dovrebbe liberare la città. Napoli, città sfortunata, gli ha creduto.»



Beh, ormai è sindaco, però. Come governerà, secondo lei? «Male, malissimo. Sarà prigioniero di una maggioranza iper-radicale e rissosa: in consiglio comunale saranno l’Idv (che ha eletto 15 consiglieri, ndr) e Rifondazione comunista (che ne ha eletti 6, anche se sotto il cartello della Federazione della Sinistra, ndr) a dettare l’agenda, a decidere i tempi e i modi dell’azione di governo. Solo che parliamo di un partito, l’Idv, figlio della peggiore cultura espressa dalla sinistra italiana, quella del dipietrismo, e di un altro, il Prc, davvero impresentabile, almeno a Napoli. Quando prima Bassolino e poi la Jervolino cercavano di fare qualcosa, qualsiasi cosa, per cercare di affrontare i mali di Napoli, dalla spazzatura al lavoro, è stata Rifondazione, sempre, a opporsi, a mettersi di traverso per impedire che si muovesse foglia. Costruzione di un termovalorizzatore, che era ed è necessario, a Napoli, in testa a tutti. Ce l’ha persino Vienna… La catastrofe della gestione di Bassolino e di Jervolino parte proprio da qui: dai no di Rifondazione. De Magistris ha davanti problemi enormi, e non credo che li potrà risolvere con la sua demagogia.» Il suo, prof, è un pessimismo cosmico… «No, il mio è un profondo scetticismo, ma che si basa su fondamenti e analisi scientifiche e politiche. Eppoi, mi fa orrore l’idea di un magistrato che usa le inchieste per fare carriera politica e candidarsi. Dopo il voto plebiscitario per De Magistris, il mio scetticismo è cresciuto. No, non l’ho votato. E anche tutta una campagna elettorale basata sul fatto che dietro Lettieri (candidato del centro-destra, ndr) ci sarebbe stata la camorra, beh, è davvero troppo. La camorra, a Napoli, c’è sempre stata, ha lavorato sotto tutte le giunte, comprese quelle di centrosinistra. Non aveva bisogno di avere un candidato proprio. La camorra sta dentro questa città, e profondamente. Con questo non voglio dire che avrei votato Lettieri, un candidato debole, impreparato: infatti, a votare, non sono andato.» E la sinistra, il Pd, da dove possono ripartire? «Da storico, dico solo questo: la grande stagione del riformismo comunista, del Pci napoletano, e oggi del Pd, è finita. Per sempre. Il punto di caduta sono state le primarie, il tutti contro tutti e, dopo, la sconfitta, di tutti gli attori in campo. Ora ci sono solo delle piccole bande, divise e rissose tra loro. Servono parole e anche facce nuove, completamente. Poi, forse, tra molti anni, qualcosa rinascerà.»

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