Fonte: Ciriaco M. Viggiano da il Mattino
Piano di Sorrento - «Salvate i marittimi italiani ostaggio dei pirati somali». L’accorato appello arriva dall’associazione nazionale Gente di mare e dalla sezione napoletana del Collegio dei capitani di macchina e di lungo corso, che hanno deciso di indirizzare una lettera congiunta al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché solleciti un intervento risolutivo per i marittimi della petroliera Savina Caylyn e della motonave Rosalia D’Amato, rispettivamente da tre e due mesi nelle mani dei pirati somali. «Le nostre associazioni – si legge nella missiva – si prefiggono di aiutare ogni marittimo in difficoltà e mai come in questo momento ci sentiamo profondamente vicini ai nostri compagni: undici marittimi, undici uomini, undici padri, undici italiani che versano in condizioni disperate, torturati dai terroristi somali». Di qui l’appello al presidente Napolitano ed a tutto il popolo italiano, «affinché nessuna madre debba piangere il proprio figlio e nessun figlio debba crescere senza la presenza di un padre».
A ribadire la necessità di un intervento del presidente della Repubblica e delle istituzioni ai più alti livelli, quindi, sono i capitani di lungo corso Pietrantonio Cafiero ed Antonino Persico, presidenti rispettivamente del Collegio dei capitani e dell’associazione nazionale Gente di mare: «La situazione si fa di ora in ora più preoccupante – osservano – L’incertezza che avvolge questa vicenda non fa altro che accrescere l’angoscia nostra e delle famiglie dei nostri colleghi. Perciò, crediamo fortemente in un intervento del presidente Napolitano e siamo più che mai convinti che solo attraverso un suo personale intervento si possa giungere presto ad una positiva conclusione di questa drammatica vicenda». Continua, quindi, la mobilitazione a favore dei marittimi sequestrati dai pirati al largo delle coste della Somalia. Allo stato attuale, sono undici gli italiani in ostaggio. Tra questi, sei sono campani. Tre lavorano a bordo della petroliera Savina Caylyn, di proprietà degli armatori D’Amato, sequestrata nella notte tra il 7 e l’8 febbraio scorso a circa 500 miglia a nord di Mogadiscio: il comandante Giuseppe Lubrano Lavadera ed il terzo ufficiale di coperta Crescenzo Guardascione, entrambi provenienti da Procida, e l’allievo di coperta Gianmaria Cesaro, originario di Piano di Sorrento. Ma l’Italia è in apprensione anche per il burk carrier Rosalia D’Amato, di proprietà della Perseveranza navigazione, sequestrato nel mare Arabico il 21 aprile scorso. Tra i 21 membri dell’equipaggio, l’ufficiale Giuseppe Maresca, originario di Vico Equense, e il primo ufficiale di coperta Pasquale Massa, di Meta. Sono di Procida, invece, Vincenzo Ambrosino e Gennaro Odoaldo.
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