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domenica 17 luglio 2011

Viaggio in Circumvesuviana: vagoni sporchi, ressa e ritardi

Fonte: Gigi Di Fiore da Il Mattino

Sorrento - L’aria appestata di sudore è tanfo sgradevole che neanche i finestrini aperti riescono a dissolvere. Nella carrozza sgangherata, dove tutto è un cigolio, sono ammassati troller e valigie di ogni dimensione. Il treno va. E lo affollano turisti inglesi e tedeschi. È la linea della Circumvesuviana per Sorrento in un fine settimana: sono i giorni dell’allarme rosso, quelli che solo sabato e domenica scorsi hanno scatenato i teppisti in 28 atti di vandalismo raccolti nel dossier dell’amministratore unico Gennaro Carbone. La linea è diretta, significano solo 14 fermate rispetto alle 35 che al ritorno faranno maledire pendolarismo e caldo. Non c’è un controllore, non esistono telecamere a circuito chiuso. Una coppia di inglesi si sventola e suda: l’aria condizionata è solo un sogno americano. Se ti scappa la pipì devi trattenerla, su quei treni non c’è un servizio igienico. E il treno va, lentissimo, tra le fermate che tracciano parte della nostra storia, accessi nella civiltà in location da terzo mondo.


Scorrono le targhe delle stazioni: Ercolano scavi, Torre Annunziata Oplonti - villa di Poppea, Pompei scavi. Sulle spalle zaini colmi fino all’inverosimile, un gruppo di ragazze straniere scende. Sorridono, hanno fatto poco caso alla polvere che su quelle carrozze ha invaso sediolini e pavimenti. «Non vi aggrappate che l’asta è traballante», le avverte un giovane e agita il bastone metallico che dovrebbe assicurare stabilità a chi viaggia in piedi. Racconta un bigliettaio dipendente della Circumvesuviana: «Gran parte di questi treni risalgono al 1984, molte carrozze furono acquistate e riadattate. Erano state in realtà realizzate per farne dei tram, da qui i pochi posti a sedere». «Next, what’s next station?» chiede un anziano signore. La stazione per il Faito, poi gli approdi per la costiera: Vico, Piano, Meta, Sant’Agnello, Sorrento. Nella tarda mattinata del sabato, la Circumvesuviana è ancora dominio del pendolarismo dei turisti stranieri. A Pioppaino, frazione di Castellammare, non si scende né si sale. È una fermata prevista, ma sembra una di quelle stazioni deserte da Far West dove da un momento all’altro potrebbe spuntare un pistolero maledetto con Colt e sigaro tra le labbra alla Lee Van Cleef. A Sant’Agnello e Sorrento scendono tutti. I turisti stranieri sono sorridenti e appagati. Con il tempo impiegato avrebbero potuto andare in Tav a Roma, ma sono arrivati nella costiera sorrentina e il tanfo di sudore, la vescica che scoppia, la stanchezza per aver dovuto restare in piedi possono anche starci: diventano un sopportabile obolo pagato a quella magica esperienza turistica. «Biglietteria chiusa - vedi avviso», è scritto a penna su un foglietto alla stazione di Sant’Agnello. Qui si apre solo tra le 17,25 e le 23,58. Prepensionamenti e tagli dallo scorso anno hanno costretto a ridimensionamenti di personale, ad eliminare la sorveglianza e stringere i turni di lavoro. E 15 su 96 stazioni hanno subito le loro rivoluzioni organizzative. Ma è un fine settimana, chi se ne frega, tra poco scatta il coprifuoco da ritorno. Tra poco le carrozze lasceranno il passo a sciami di pendolari da sole e mare, al posto dei turisti stranieri. «Le stazioni calde dei rientri a Napoli sono tra Meta e Vico», avverte un controllore alla stazione di Sorrento. Fuori l’edicola della stazione di Meta, un altro foglio scritto a penna elenca i prezzi: acqua 1 euro, té 1,50, Coca cola 1,40. Si fermano le carrozze, il caldo penetra ovunque e accompagnerà centinaia di passeggeri per tutte le 35 fermate. Ecco le comitive dei bagnanti napoletani da costiera mordi e fuggi: uno, dieci, cento. Li riconosci dagli schiamazzi, dall’odore di abbronzanti da batteria, dai capelli schiacciati dalla salsedine, dalle asciugamani sulle spalle, i sandali, i calzoncini. Su una t-shirt si legge: Scarface - Tony Montana. È un trionfo di tatuaggi, orecchini maschili, piercing di ogni genere. La corsa al posto a sedere è rapidissima. Urla, cori, battutacce, vola anche qualche mano che una volta si definiva «morta» anche se sa bene dove andare e come muoversi. Lo scorso weekend, sulla Napoli-Sorrento undici volte sono state distrutte delle guarnizioni nelle carrozze, danneggiati i dispositivi di allarme. C’è stato anche un accenno di rissa tra passeggeri. Il treno va. Lento da mettere alla prova anche il più incallito Giobbe di turno. E la noia si inganna con il potere di disporre di quelle carrozze, l’ansia di sentirsi importanti e senza controlli. Non c’è un agente, o un dipendente della Circum. È la prateria selvaggia, il si salvi chi può. Basta saperlo che, nei sabato e domenica, tra le 17 e le 19 è coprifuoco. D’altro canto, lo scriveva anche John Steinbeck: «Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone». E un viaggio in Circumvesuviana può produrre anche questi campioni.

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