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martedì 26 luglio 2011

Scavi alla Regina Giovanna, tutto abusivo

Fonte: Vincenzo Maresca da il Giornale di Napoli

Sorrento - Torna a tenere banco la vicenda dei lavori di scavo che hanno interessato l’area archeologica della Regina Giovanna, acquistata dal Comune di Sorrento nel dicembre 2003 per oltre 3milioni di euro dalla Provincia di Napoli e dai gesuiti ed attualmente oggetto di interventi da parte di privati che hanno interrato serbatoi e tubazioni di cui l’ufficio tecnico comunale sembrava non essere inizialmente a conoscenza. Lavori posti in opera dai proprietari dello stabilimento balneare “La Solara”, recentemente acquistato dalla società “Lido di Enea srl” nella quale sono subentrati a fare parte, oltre a Paolo Spartano, precedente titolare dello stabilimento “La Solara”, anche Giuseppe Aversa, Federica Milano, Tiziana Foggiano. E le contestazioni degli ambientalisti e di numerosi rappresentanti dell’amministrazione comunale sorrentina sono generate proprio da questi nomi.


Di fatto Federica Milano è la sorella di Gaetano Milano, attuale assessore del Comune di Sorrento con delega al demanio, Tiziana Foggiano è invece la moglie di Steven Scarpato, consigliere di maggioranza. Il presunto scandalo legato indubbiamente al conflitto di interessi ha indotto Rosario Fiorentino, capogruppo consiliare della lista “Insieme per Sorrento” dai banchi dell’opposizione, a presentare una cruda interrogazione all’amministrazione comunale retta dal sindaco Giuseppe Cuomo, in merito ad un progetto, già ampiamente realizzato, che ha previsto la sostituzione di una cisterna fuori terra con altre due interrate alla profondità di oltre 2 metri in un’area che rientra nel complesso archeologico della villa romana appartenuta al console Pollio Felice. Solo il Comune di Sorrento è autorizzato ad eseguire opere edili nell’area archeologica, sempre previo opportune concessioni rilasciate dagli enti competenti e con i pareri espressi della Soprintendenza. Nessun altro è autorizzato a richiedere pareri o delibere di Giunta per beneplaciti non avendone titolo, come risulta dai pubblici registri. Dopo i primi contrasti viene invece fuori che la concessione rilasciata dal Comune di Sorrento è stata concessa su richiesta della società “Lido di Enea srl” i cui componenti hanno evidenti legami di parentela con assessori e consiglieri dell’ente comunale. Un particolare che aveva precedentemente scatenato le contestazioni di Claudio d’Esposito, presidente del wwf penisola sorrentina, oltre che dell’avvocato Giovanni Antonetti, delfino dell’ “Italia dei Valori” in costiera. L’interrogazione presentata dal consigliere Rosario Fiorentino rischia adesso di sollevare un polverone perché con essa il gruppo consiliare “Insieme per Sorrento” chiede di sapere con estrema urgenza se l’amministratore unico, Federica Milano, della società “Lido di Enea srl”, pur non avendone titolo, ha presentato istanza di parere alla Soprintendenza, Provincia di Napoli, azienda sanitaria locale ed in che modo il Comune di Sorrento ha verificato la regolarità urbanistica delle opere edili già realizzate, chiedendo nel contempo, in caso di esito negativo, l’immediato ripristino dello stato dei luoghi dopo il deturpamento di un sito archeologico risalente all’epoca romana, risolvendo in tal modo una probabile leggerezza commessa dall’ufficio tecnico comunale. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel 2003 autorizzò infatti la vendita del complesso archeologico prescrivendo però che nello stesso fosse assolutamente vietato effettuare scavi, reinterri, modifiche del suolo con la realizzazione di infrastrutture che vadano a pregiudicare la conservazione e la valorizzazione del sito risalente all’epoca romana e di grande valenza ambientale, se non con espressa autorizzazione della Soprintendenza.

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