Vico Equense - L’iter legislativo per l’acquisizione definitiva del complesso seicentesco della SS. Trinità e Paradiso al patrimonio del comune di Vico Equense, va avanti. Il 27 luglio è iniziato, in Commissione Cultura alla Camera dei Deputati, l’esame delle due proposte di legge (Salvatore Piccolo e Gioacchino Alfano). Luigi Nicolais (PD), relatore, osserva che le proposte di legge, di identico contenuto, dispongono l'estinzione dell'Istituto «SS. Trinità e Paradiso» di Vico Equense e il trasferimento del relativo patrimonio all'amministrazione comunale. Ciò è motivato dalle relazioni illustrative con il venir meno della funzione educativa svolta dall'ente e con la grave situazione finanziaria. Ricorda, al riguardo, che l'Istituto SS. Trinità e Paradiso, fondato nel XVII secolo per volontà del Vescovo di Vico Equense con la finalità di provvedere all'educazione delle fanciulle, fa parte del complesso degli Istituti pubblici di educazione femminile, sorti in Italia in tempi diversi e poi disciplinati negli anni Trenta. In particolare, il Regio Decreto 23 dicembre 1929, n. 2392 ha dettato le disposizioni sull'organizzazione e la gestione degli istituti. In seguito, il Regio Decreto 1o ottobre 1931, n. 1312 ne ha predisposto un elenco articolato per tipologia, ovvero Reali educandati, Conservatori della Toscana, Collegi di Maria della Sicilia, altri istituti pubblici di educazione femminile; in tale ultimo ambito è compreso l'Istituto «SS. Trinità e Paradiso» di Vico Equense. Le disposizioni recate dai due regi decreti - recentemente abrogati nell'ambito delle misure legislative finalizzate alla semplificazione normativa - erano poi confluite in parte nell'articolo 204 del decreto legislativo n. 297 del 1994. Le disposizioni dettate dall'articolo 204 citato si applicano agli educandati femminili statali e, per la parte non esclusivamente riferibile a strutture statali, agli istituti pubblici di educazione femminile.
Osserva, quindi, che, con riguardo specifico all'istituto SS. Trinità e Paradiso, il relativo complesso monumentale venne costruito per ospitare un ordine monastico. Nel 1676 venne fondato l'Istituto «SS. Trinità e Paradiso», come Conservatorio Femminile. Successivamente, fu riconosciuto pubblico Istituto Femminile di Educazione, dipendente dal Ministero della Educazione. Il patrimonio, come si evince dalla relazione illustrativa della proposta di legge n. 3772, comprendeva un fabbricato di 4000 metri quadri, l'annessa chiesa, inagibile dopo il terremoto del 1980, e numerosi fondi agricoli, ora ceduti. Le risorse economiche erano costituite da: rendite patrimoniali, contributi ministeriali, rette delle convittrici. L'istituto ha gestito scuole materne ed elementari, un istituto magistrale ed un liceo linguistico, per un complesso di 500 allievi; si è avvalso di personale docente religioso e laico, reclutato in modo discrezionale. Segnala che dall'anno scolastico 2000/2001 l'Istituto «SS. Trinità e Paradiso» non esercita alcuna attività scolastica o educativa; tuttavia la gestione ha continuato ad essere affidata ad un consiglio di amministrazione di nomina del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica, in presenza di alcune circostanze sostituito da un commissario straordinario. Attualmente sono alle dipendenze dell'istituto un responsabile ed un assistente amministrativo, inquadrati secondo i livelli retributivi previsti dal contratto collettivo nazionale del comparto della scuola. Il conto consuntivo dell'ente per l'anno 2009 è stato chiuso con un disavanzo di amministrazione di euro 847.867,75. L'unica entrata di competenza discende dalla riscossione dei canoni derivanti dalla gestione del patrimonio; le spese sono quasi esclusivamente imputabili ai costi del personale dipendente e del consulente commercialista. Informa, quindi, Nella struttura monumentale trovano sede oggi la biblioteca comunale, un centro anziani, l'associazione teatrale «Teatro Mio», la scuola materna comunale, parte dell'Istituto Professionale Statale per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione «De Gennaro», l'oratorio «Don Bosco», l'Università della Terza Età (UNITRE). Osserva, quindi, con riguardo al contenuto dei provvedimenti in esame, che l'articolo 1 di entrambe le proposte di legge stabilisce l'estinzione dell'istituto, al comma 1, ed il trasferimento del suo patrimonio mobiliare e immobiliare del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica al comune di Vico Equense, che subentra in tutti i rapporti attivi e passivi dell'ente, ai sensi del comma 2. Si prevede, inoltre, al comma 3, che alla consegna all'amministrazione comunale di Vico Equense provvedano il presidente del consigli di amministrazione dell'istituto ed il dirigente dell'ufficio scolastico regionale per la Campania. Si prescrive, infine, che il patrimonio dell'ente è utilizzato dal comune di Vico Equense per fini di istruzione e culturali, in attuazione delle volontà dei fondatori dell'Istituto medesimo. Ricorda, infine, che l'articolo 2 di entrambe le proposte di legge dispone l'esenzione da ogni tributo del trasferimento dei beni dell'ente al Comune, nonché dei relativi atti, tra cui, come sembra desumersi dalla lettera della disposizione, le forme di imposizione indiretta - bollo, registro, ipotecarie e catastali - cui sono ordinariamente sottoposti i trasferimenti. Osserva, al riguardo, che, come di prassi, anche in tale circostanza viene quindi applicato il principio di neutralità fiscale per determinate vicende straordinarie coinvolgenti enti e società, quali la trasformazione, fusione o liquidazione e il conseguente trasferimento di patrimoni.
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